Limitare non significa chiudere i pozzi
Care cittadine e cari cittadini, (...) voglio innanzitutto premettere che non vi è alcun pericolo che nella Bassa friulana sia impedita la modalità di approvvigionamento dell’acqua tramite i pozzi artesiani, che sono e rimangono tutelati. (...) Possiamo evitare di continuare a “battere pompe” e, di conseguenza, ottenere una “razionalizzazione” del numero di pozzi necessari a fornire l’acqua potabile ai nostri edifici. In questo senso è noto a tutti che nelle zone di nuova edificazione si è imposto (già dagli anni ’80) la realizzazione di un “acquedotto di quartiere”.
Significa terebrare un unico pozzo (con un’unica autoclave ed una sola pompa) per una pluralità di edifici. Il risultato è molteplice: risparmiamo nei costi di realizzazione e in quelli di gestione (per evidenti economie di scala), otteniamo maggiori garanzie sui controlli e sulla qualità dell’acqua e siamo virtuosi da un punto di vista ambientale perché evitiamo di perforare troppo le nostre falde.
Possiamo “limitare” lo zampillare in continuo di quei pozzi artesiani (non sono tutti) che, secondo la nostra tradizione, sono aperti 24 ore al giorno. Limitare non significa chiudere (se non in casi particolari di cui dirò in seguito) ma ridurre la portata in uscita al fine di evitare un inutile spreco di acqua. (...) Credo dunque fermamente che il servizio di captazione e distribuzione dell’acqua debba rimanere in mani pubbliche per evitare un utilizzo improprio e commerciale del bene.
L’acqua è pubblica e dunque è di tutti. Ognuno di noi la può utilizzare, nella quantità necessaria a se stesso e alla sua famiglia, ma non può e non deve sprecarla. Non la può sprecare neanche il proprietario del terreno che ha realizzato a sue spese il pozzo artesiano. (...)
Laddove però non si riesca a realizzare le due condotte d’acque bianche e nere (perché le strade sono strette o per altri motivi tecnici) e si debba confluire il tutto in una sola condotta di tipo “misto” è necessario evitare di versare l’acqua di esubero dei pozzi. Ebbene in questo caso, ma solo in questo, le fontane non potranno più versare in continuo e scaricare in fognatura neanche in quantità limitata. Sarà comunque cura dell’ente che realizza l’impianto intervenire sui pozzi esistenti, con particolari dispositivi, per evitare qualsiasi rischio di inconvenienti dovuto alla mancata possibilità di zampillare in continuo.
Vi sono dunque motivi di assoluta ragionevolezza per chiedere ai cittadini di limitare al massimo la portata dei loro pozzi artesiani evitando una fuoriuscita libera e continuativa nelle 24 ore. (...) Riassumendo, dunque, i motivi sono due: la sensibilità ambientale che ci impone di tutelare il bene “acqua” e di non sprecarla inutilmente, tenendo presente che le falde non si ricaricano immediatamente e soprattutto ne peggioriamo la qualità; la necessità di evitare di riversare inutilmente in fognatura o nel reticolo idrografico migliaia di ettolitri di acqua pulita che va trasportata (...) e provoca una “diluizione” dei reflui che impedisce un buon funzionamento dei depuratori.
Pietro Paviotti
consigliere Fvg Cittadini
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