L’imprenditore friulano Zamò camuffato da operaio a “Boss in incognito”

UDINE. Operaio per un giorno, anzi, per una settimana per verificare, sul campo, lo stato dell’arte delle aziende che controlla. Il tutto, camuffato da neofita lavorativo, e sotto lo sguardo attento delle telecamere della tv di Stato.
Di chi parliamo? Del friulano Pierluigi Zamò che, martedì 28 febbraio, è stato il protagonista della popolare trasmissione di Rai 2 “Boss in incognito”, il popolare format condotto da Nicola Savino in cui il titolare di un’azienda viene abilmente camuffato e inserito come neo-dipendente come personale di servizio.
Una proposta, quella di cambiare vita per sette giorni, che Zamò ha accettato perché «le nuove sfide vanno affrontate e voglio vedere, dal vivo, quello che sta succedendo».
L’imprenditore guida la sua Ilcam dal 1975 e quindi, pur con il core business dell’azienda fissato a Cormons, è andato “in scena” in due stabilimenti secondari a San Quirino di Pordenone e in Slovenia.
E così, dopo una trasformazione che ha scatenato le risate della moglie e del figlio Tommaso, Zamò si è tuffato nel lavoro che i suoi dipendenti svolgono tutti i giorni. Tra colleghi-aiutanti, più o meno pazienti e simpatici, muletti, bancali e tanta fatica manuale.

La trasmissione “Boss in incognito” si rifà nella concezione a quella inglese “Undercover Boss” ispirata, come spesso accade, a un fatto realmente accaduto. Tutto nasce da Stephen Lambert, ideatore e produttore del format britannico, mentre stava leggendo alcuni articoli dei giornali inglesi in cui di discuteva dei problemi di British Airways in relazione alla prossima apertura del nuovo terminal passeggeri a Heathrow.
Un giornalista, tra gli altri, lanciò la teoria secondo la quale se il numero uno della compagnia di Sua Maestà avesse lavorato in prima persona nelle attività svolte dai suoi operai – check-in, relazioni con il pubblico, fino allo smistamento dei bagagli da e per gli aeroplani – avrebbe potuto correggere, ma pure prevedere, alcuni dei problemi con cui le compagnie aeree si trovano spesso a che fare.
Il nocciolo della questione, in questo caso, era però legato al fatto che i dipendenti avrebbero con ogni probabilità riconosciuto il loro boss e qui Lambert ebbe l’illuminazione: creare un format in cui un proprietario di azienda si sarebbe dovuto camuffare e lavorare come un neo-dipendente. Un successo assicurato considerato come da Channel 4 il programma si è poi diffuso in Francia, Spagna, Olanda, Australia e Germania.
Fino a sbarcare, appunto, in Italia su Rai 2 dove è toccato a Pierluigi Zamò cimentarsi nelle vesti del neo-operaio. Zamò, assieme al fratello Silvano, è il numero uno della Ilcam che, nella sola Cormons, gestisce uno stabilimento da 66 mila metri quadrati con 500 dipendenti, ramificazioni all’estero (Romania e Slovenia) e un’impresa diventata leader continentale nella produzione di frontali per l’industria del mobile.
Per gli amanti del vino, inoltre, il nome dell’imprenditore isontino è anche sinonimo di altissima qualità visto che, sempre assieme al fratello, ha in mano anche la pregiata azienda agricola “Le vigne di Zamò”.
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