L'inchiesta sui falsi prosciutti dop, il Riesame libera tutti

PORDENONE. Da giovedì 10 agosto sono tornati liberi anche gli altri sei indagati finiti ai domiciliari lo scorso 28 luglio nell’ambito dell’inchiesta sui prosciutti dop della Procura di Pordenone che ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di marchi dop.
Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Trieste. Questa volta il responso dei giudici è arrivato a tempo di record: a metà pomeriggio, poche ore dopo la fine dell’udienza in cui gli avvocati difensori avevano discusso i rispettivi ricorsi contro l’ordinanza di custodia del gip che aveva fatto scattare i domiciliari esattamente due settimane fa.
Il responso del tribunale del Riesame presieduto da Massimo Tomassini è stato dunque lo stesso per tutti gli otto indagati per i quali era state emessa l’ordinanza di custodia. Mercoledì mattina il tribunale aveva sciolto la riserva annullando l’ordinanza per l’imprenditore sandanielese Stefano Fantinel, difeso dall’avvocato Luca Ponti, e per il veterinario di Campoformido Aurelio Lino Grassi, difeso dagli avvocati Luigi Francesco Rossi e Federica Tosel.
Giovedì 10 è stata notificato l’annullamento anche agli altri sei. Sono Carlo Venturini, gemonese 56enne, procacciatore di suini, e Sergio Zuccolo, 55enne di Varmo, ex consigliere nel Gruppo Carni friulane (difesi dall’avvocato Maurizio Conti), Renzo Cinausero, 47 anni, di San Martino al Tagliamento, ad di Gruppo Carni friulane (avvocato Mattia Callegaro), i dipendenti del macello di Aviano Michele Pittis, 46enne di Codroipo ed Elena Pitton, 39enne di Zoppola e Loris Pantarotto, 56enne di Morsano, ad di Gruppo carni friulane, difesi dall’avvocato Gian Lucio Morassutti.
Gli avvocati hanno preferito astenersi da commenti sull’esito del Riesame, attendendo prima di leggere le motivazioni del provvedimento, attese nelle prossime ore. Le intercettazioni potrebbero essere state ritenute non legittime oppure potrebbe non essere stato riscontrato il vincolo associativo.
Nel corso dell’udienza il pm titolare dell’inchiesta Marco Brusegan ha depositato ulteriori atti di indagine e intercettazioni, anche riferite al periodo coperto dai domiciliari (in particolare per Venturini e Zuccolo): l’avvocato Conti ha sostenuto la legittimità dei contatti.
Tutti i legali, nel corso della discussione hanno contestato l’inutilizzabilità delle intercettazioni, l’inesistenza delle esigenze cautelari (reiterazione e inquinamento probatorio) e di elementi in grado di provare un vincolo associativo tra gli indagati.
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