L’inchiesta sul crollo della gru a Porcia, nuove domande ai periti

La procura ha chiesto ulteriori accertamenti tecnici per capire come mai il basamento abbia ceduto. Tanti i passaggi di mano del cantiere: ai funzionari dell’Aas 5 il compito di sbrogliare la matassa

PORCIA. La procura continua l’inchiesta sul crollo della gru a Porcia, avvenuto lunedì 8 giugno e si affida a dei consulenti tecnici nominati dal tribunale.

Esperti del settore che saranno chiamati a individuare le ragioni per le quali ha ceduto il basamento sul quale il gigantesco mezzo di cantiere era collocato, fra via Roma e via dei Serviti.

Anche ai funzionari dello Spisal, il servizio che si occupa di prevenzione degli infortuni e sicurezza sui luoghi del lavoro, sono stati assegnati ulteriori compiti dalla procura. In particolare lo Spisal dovrà sbrogliare la matassa delle responsabilità.

Nel corso del tempo si sono sovrapposte più aziende nel cantiere, a vario titolo. I tanti passaggi di mano complicano l’imputazione delle responsabilità. Chi ha mancato nel vigilare e nel prevenire il crollo?

C’è, infatti, un’impresa committente, che a sua volta ha affidato a varie ditte l’esecuzione di singole fasi di lavori. All’interno di questa catena andranno evidentemente rintracciati i profili di responsabilità nel crollo.

Le ipotesi di reato sono disastro colposo e crollo colposo di edificio. Ancora nessun iscritto nel registro degli indagati trapela dal palazzo di giustizia di Pordenone.

Sul tavolo della pm Maria Grazia Zaina la prima relazione dello Spisal è arrivata sabato, quella della polizia di Stato nella serata di giovedì.

Si attendono, probabilmente, i responsi degli ulteriori accertamenti e delle perizie tecniche disposti in queste ore prima di emettere gli avvisi di garanzia.

Per un soffio, l’8 giugno, non si è sfiorata la strage. C’è chi ha gridato al miracolo: per una fortunata serie di circostanze, in quel momento non stava passando nessuno in via Roma o in via dei Serviti, né nel parcheggio del supermercato Despar, sempre affollato, né nessun pedone che camminava sul marciapiede, quando il gigante di metallo – alto una quarantina di metri e con il braccio lungo cinquanta metri – si è schiantato al suolo nel quartiere residenziale purliliese. Alcuni residenti che hanno assistito al crollo sono stati, invece, ricoverati in ospedale in preda allo choc.

Nel precipitare al suolo, il colosso metallico, del peso di dieci tonnellate, ha travolto tutto ciò che si trovava lungo la sua traiettoria: cavi elettrici, alberi e un’automobile.

Il mastodontico mezzo di cantiere si è adagiato tra il parcheggio del supermercato Despar di via Roma, la strada di fronte e il cortile di un'abitazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto