L’ingegnere civile Primula Cantiello guida il Soroptimist

Il club promuove l’affermazione delle donne in ogni campo «Si può essere madri e occuparsi di scienza e tecnologia»

Passaggio di consegne al Soroptimist club di Pordenone, a villa Baschiera Tallon, sede del sodalizio, in forma più che raccolta date le circostanze: a Maria Antonietta Bianchi Pitter, che per due anni ha presieduto il club, subentra Primula Cantiello. Ingegnere civile, Cantiello attualmente si occupa di lavori pubblici per il Comune di Pordenone e ha contribuito alla realizzazione di molteplici opere fra le quali impianti sportivi come il complesso De Marchi, o culturali come l’Immaginario scientifico e la Galleria d’arte moderna e contemporanea con il Parco delle rose. Socia del Soroptimist dal 2016, è sposata e madre di due figli. «Vorrei portare il mio contributo di donna che si è formata in un mondo maschile e che spesso si occupa di argomenti considerati appannaggio degli uomini – ha dichiarato – e testimoniare la possibilità per le donne di essere madri e di occuparsi di scienza e tecnologia. Nel corso del mio mandato cercherò dunque di porre sempre in primo piano le questioni di genere e l’educazione delle giovani donne alle materie “Stem”, (progetto adottato dal Soroptimist club, acronimo di materie scientifiche, tecnologiche e matematiche, quelle che il tessuto sociale “sconsiglia” alle ragazze). Inoltre, soffrendo io di una disabilità – ha concluso – vorrei anche dare il mio contributo a tutte le donne che per affermarsi professionalmente devono affrontare il superamento della difficoltà ulteriore».

Bianchi Pitter lascia la presidenza in un momento complesso «affrontato dal club – ha sottolineato – e da tutte le socie con straordinario spirito di adattamento e di squadra, collaborazione e disponibilità». Ripercorrendo i due anni del suo mandato ha ricordato le attività svolte a livello locale, regionale e nazionale, o insieme ai club service della città, alle istituzioni e ad altre associazioni: convegni sui temi legati alla parità di genere, il progetto Stem con l’intervento di una studentessa del Mit di Boston e l’incontro sull’educazione finanziaria per i ragazzi delle scuole superiori, progetti specifici del club come la scuola in ospedale, il sostegno agli studi di una ragazza keniota e alle cure di una bambina croata seguita dal Burlo Garofalo di Trieste.

E ancora la collaborazione alle campagne per contrastare la violenza contro le donne, la mostra a Pordenone “Les Femmes ’900”, la sensibilizzazione per la liberazione dell’avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh, la partecipazione al restauro del sentiero a Sauris dopo la tempesta Vaia, i progetti a favore delle donne carcerate.

Sul fronte della pandemia, infine, il club ha donato mascherine all’azienda ospedaliera pordenonese e alla Caritas per le famiglie in difficoltà.–

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