L’interporto di Pordenone sfida la Brexit: un treno merci fino a Londra

Nel primo semestre del 2020 previsti 50 convogli verso Olanda, Polonia e Serbia Pizzimenti: «Il Fvg è la piattaforma di riferimento per il tutto il Nordest Europa»

È un altro tassello importante per il terminal ferroviario logistico Odorico da Pordenone. Nella serata di venerdì scorso, nell’area del terminal della struttura cittadina, è stato festeggiato il “lancio” del primo treno in partenza da Pordenone per il Regno Unito. L’iniziativa è stata promossa da Interporto Pordenone, in collaborazione con Lineas – ferrovie belghe –, Hupac – la società svizzera che gestisce il terminal – e sarà curata da Codognotto, una delle realtà più dinamiche nel panorama dei trasporti e della logistica europea, che ha una sede in riva al Noncello.

«È motivo di grande orgoglio per noi – ha sottolineato Giuseppe Bortolussi, ad di Interporto Pn – sapere che una grande impresa ha scelto il nodo di Pordenone, uno scalo predisposto per tutta l’imprenditoria, per far partire i suoi treni. Sviluppare il trasporto su rotaia significa risparmio stimato del 20% per il trasporto stesso, maggiore attenzione alla cultura dell’ambiente e consente di dare più voce al nostro territorio. Un’altra giornata di grandi soddisfazioni, dopo l’apertura del terminal lo scorso 30 maggio. E rappresenta una concreta risposta alla Brexit».

Il treno in partenza per il Regno Unito è l’ultimo di una lunga serie: in luglio son partiti i convogli diretti a Novara, mentre ai primi di settembre è stata la volta dei treni verso i porti di Duisburg, in Germania, e di Zeebrugge, in Belgio, per un totale di 14 treni alla settimana. A fine anno i convogli in partenza Pordenone saranno una trentina, per arrivare a 50 nel primo trimestre del 2020, in direzione di Olanda, Polonia e Serbia. «Paesi con cui – rileva Bortolussi – stiamo sviluppando un’importante iniziativa. Vogliamo diventare la piattaforma ideale per il traffico ferroviario con l’Est Europa. Oggi, rientrando da Trieste abbiamo misurato un muro di camion, 12 chilometri di mezzi fermi in autostrada. È una situazione ormai insopportabile e non si può più pensare a un futuro delle nostre aziende senza pensare a qualcosa di più sicuro e di più affidabile».

Silvano Pascolo, presidente di Interporto Pn, si è detto soddisfatto che partano due treni alla settimana per il Regno Unito, «alla faccia della Brexit». Cristina Amirante, assessore comunale alla Mobilità, ha confermato che il Comune crede fortemente a questo nuovo modo di vedere il trasporto delle merci che «nel territorio italiano, non può essere solo su gomma. Il futuro è nello scambio tra gomma e rotaia e questo è un esempio eccellente di quello che sarà il trasporto futuro. Si produrranno meno anidride carbonica e polveri sottili, per una migliore qualità della vita».

Che il futuro non possa essere soltanto su gomma lo ha ribadito anche Maurizio Codognotto, titolare dell’omonima impresa, che ha parlato di intermodalità ferroviaria e marittima, «soluzioni che oggi il mercato offre, per sostenere lo spostamento delle merci a impatto sempre meno inquinante. Il nostro auspicio è che questi possano diventare i treni delle aziende del nordest». In conclusione, Graziano Pizzimenti, assessore regionale alle Infrastrutture, ha rilevato come l’Interporto di Pordenone sia quello più in fermento tra i quattro presenti in regione.

«Questo risultato fa ben sperare. Ormai il Fvg è diventato la piattaforma di riferimento per il nordest dell’Europa. I risultati dell’interporto e il boom storico del porto di Trieste ci danno grandi aspettative. Per il nostro territorio vuol dire sviluppo non solo infrastrutturale, ma anche creare ricchezza dando lavoro. Abbiamo investito diversi milioni su questo sito perché ci crediamo».

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