L’ira dei pendolari: triplicati i ritardi sul trasporto locale
UDINE. Va male, anzi, malissimo. Nei primi sette mesi dell’anno sulla sola linea Tarvisio-Ud-Cervignano-Ts e viceversa sono stati registrati 322 ritardi superiori ai 10 minuti, quasi tre volte tanto i valori registrati nello stesso periodo dello scorso anno, che non aveva affatto brillato per puntualità. A monitorare tempi e disservizi il Comitato pendolari dell’Alto Friuli che, assieme ai dati, offre anche diversi spunti di riflessione.
«I lavori di manutenzione all’infrastruttura ferroviaria sono terminati a inizio luglio e quindi non vi sono più scusanti a questa situazione – osservano – in realtà non vi erano nemmeno prima, visto che il monitoraggio tiene conto dei ritardi superiori ai 10 minuti e i lavori prevedevano eventuali ritardi entro i 10 minuti. L’indice di disservizio (ritardi oltre i 10 minuti e soppressioni sul numero dei treni programmati) ormai – sottolineano – è stabilmente sopra il 10%: un dato che negli anni passati era ritenuto d’eccezionale gravità, visto che la media si aggirava sul 4,60%».
Il numero dei ritardi superiori ai 10 minuti ha subito dunque un aumento del 236%: nei primi 7 mesi su 3.380 treni programmati ne sono stati registrati 322 (contro i 136 del 2013).
L’unico dato positivo è che migliora l’affidabilità: le soppressioni sono calate da 57 registrate nel 2013 a 39.
Eppure, sul fronte dell’informazione all’utenza il servizio resta insufficiente, assicurano i pendolari, specie nei casi di circolazione perturbata.
«Il silenzio delle istituzioni è diventato imbarazzante di fronte a questi numeri – obiettano i responsabili del Comitato –: un disarmo su tutti i fronti visto che non si tenta nemmeno di metter mano con aggiustamenti minimi a questa situazione divenuta ormai “normale”. Gli uffici regionali, dopo i disastri dell’orario cadenzato, latitano e non sono in grado di approcciare in maniera organica la materia e nascondono il loro fallimentare operato e le loro responsabilità nella solita burocrazia».
Si è smesso di parlare del bando per l’affidamento del servizio ferroviario, dei nuovi treni Caf, della Gemona-Sacile, chiusa da due anni, la quale attende da oltre un anno l'avvio dello studio di fattibilità. «Non si parla nemmeno – segnala il Comitato – di modificare un orario assurdo che in 8 mesi ha provocato solo disagi agli utenti e ha peggiorato la qualità della vita dei pendolari; silenzio assoluto anche sul progetto “stazioni minori”, 400 mila euro stanziati ancora a luglio 2013 e destinati per realizzare alcuni interventi nelle stazioni. Un quadro desolante. Un immobilismo che denota l’insensibilità della politica verso i problemi dei pendolari, costretti quotidianamente a viaggiare con un livello di servizio mai caduto così in basso».
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