L'Is attacca Dacca, è strage: morti 9 italiani, due sono imprenditori friulani

L’assalto terroristico targato Isis a un ristorante della capitale del Bangladesh terminato con un blitz: undici le vittime tra gli ostaggi, tutte italiane e giapponesi. Tra queste Marco Tondat di Cordovado (che doveva tornare a casa lunedì) e Cristian Rossi di Feletto Umberto

UDINE. Friuli nell’incubo terrorismo. Sono due le vittime accertate del terribile attentato di Dacca, in Bangladesh, dove alcuni terroristi dell’Is hanno sgozzato e massacrato 9 italiani e altri cittadini giapponesi.

Uno dei morti è un imprenditore residente a Feletto Umberto, Cristian Rossi, 47 anni, sposato e padre di due gemelline di appena 3 anni.

L’altro è Marco Tondat, 39 anni, imprenditore nel settore tessile, di Cordovado.

Le foto che pubblichiamo a corredo dell'articolo ritraggono, da sinistra, Marco Tondat, Cristian Rossi e, a destra, una festa di gruppo con quattro delle nove vittime italiane dell'attentato di Dacca.

Nello specifico, da sinistra Tanuza Haque, una collaboratrice bengalese del gruppo di imprenditori italiani che si è salvata; quindi Nadia Benedetti, Adele Puglisi, Vincenzo D'Allestro, due donne italiane che non erano venerdì sera nel ristorante e, in primo piano, lo stesso Marco Tondat.

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La notizia che Rossi era tra gli uccisi è stata comunicata dalla Farnesina alla moglie.

Manca il riconoscimento ufficiale del corpo, ma purtroppo non ci sono molte speranze, come hanno fatto intendere i funzionari del ministero degli Esteri.

L’uomo era un imprenditore nel settore dell’abbigliamento e venerdì sera si trovava a cena con altri colleghi in una saletta appartata dell’Holey Artisan Bakery, il locale accanto all’ambasciata italiana preso d’assalto dai miliziani islamisti.

La Farnesina si era già messa in contatto nella tarda serata di venerdì con i familiari per comunicare loro che Rossi era a cena nel ristorante preso d’assalto.

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Poi un convulso rincorrersi di notizie per tutta la notte, fino al blitz delle teste di cuoio dell’esercito e al rinvenimento dei cadaveri degli occidentali. Cristian Rossi per anni aveva abitato in Bangladesh, curava i rapporti con quel Paese per conto della Bernardi, la nota azienda friulana di abbigliamento.

Là aveva molti amici e conoscenti. Da qualche anno, da quando Bernardi aveva cessato l’attività, si era messo in proprio e con un collega aveva avviato, un socio del Pordenonese, un’attività di import di capi di abbigliamento che venivano realizzati nelle fabbriche di Dacca.

Era partito per Dacca venerdì 24 giugno, avrebbe dovuto rientrare venerdì primo luglio, ma aveva deciso di prolungare la permanenza di 24 ore per definire gli ultimi contratti.

Poi proprio ieri sera la cena con i colleghi, fatto eccezionale per lui che rimaneva quasi sempre in albergo.

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Lascia nel dolore la moglie Stefania, le sorelle Cristina, Daniela e Gabriella, il padre Francesco.

Quanto al cordovadese Marco Tondat, il giovane imprenditore aveva avviato l’iter per il trasferimento in Bangladesh da poco meno di un anno e stava completando le pratiche.

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Anche nel suo caso nella notte l’unità di crisi della Farnesina si è messa in contatto con la famiglia dell’imprenditore, la madre e il fratello, attraverso i carabinieri, avvertendola che l’uomo si trovava all’interno del locale e che le forze dell’ordine avrebbero tentato un blitz.

Nel primo pomeriggio è arrivata la conferma ufficiale della morte di Marco.

Il sindaco Francesco Toneguzzo si è subito recato verso le 14 nell abitazione di Marco Tondat per portare conforto ai familiari, la madre e il fratello.

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All'uscita ha dichiarato che la famiglia è in contatto da questa notte con l'unità di crisi della Farnesina e aveva mantenuto la speranza fino alla conferma ufficiale della morte, avvenuta nel primo pomeriggio.

"Marco era via da un anno, doveva rientrare dalle ferie". Il sindaco ha raccontato che "Marco Tondat da un anno era via e doveva rientrare proprio questo lunedì 4 luglio dalle ferie e doveva venire qua, per 15 giorni, a Cordovado. Ormai questi terroristi non attaccano più obiettivi specifici ma se la prendono con la gente comune, la gente che lavora".

A casa, distrutti dal dolore, ci sono la mamma Gemma Drigo e il fratello Fabio. "Marco è uno dei tanto giovani che non hanno trovato risposte lavorative qui in italia e sono dovuto andare all'estero - ha aggiunto il sindaco -. Ha trovato lavoro come manager di un'azienda del settore tessile. La mamma è una persona forte, coraggiosa, anche adesso lo sta dimostrando".

La famiglia aveva inviato, prima della conferma ufficiale del decesso, alla Farnesina delle foto per il riconoscimento.

Quanto alla strage, sono almeno venti i civili uccisi nell’assalto jihadista al ristorante di Dacca, in Bangladesh, liberato stamattina all’alba da un blitz delle forze speciali.

Le vittime sono tutte persone straniere.

Oltre ai due friulani, la Farnesina ha confermato la presenza nell'elenco di Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia D'Antona, di Torino; Simona Monte, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti).

Al momento dell’attacco terrorista al ristorante di Dacca, nel locale cenavano almeno 11 italiani. Lo affermano fonti della Farnesina, che hanno riferito quanto appreso dall’Unità di crisi del ministero. Tra gli 11 vi era pure Gianni Boschetti, l’uomo riuscito a fuggire e a mettersi in salvo.

Un portavoce dell’esercito bengalese ha affermato che la maggior parte delle vittime dell’attacco di Dacca sono italiani e giapponesi.

«Molti sono stati uccisi dagli assalitori con lame affilate», ha riferito l’esercito dopo una notte di terrore. Chi sapeva recitare versi del Corano sarebbe stato risparmiato dai jihadisti, gli altri sono stati torturati, ha raccontato uno degli ostaggi tratti in salvo dall’Holey Artisan Bakery.

La premier Hasina ha riferito che un terrorista, ferito, è stato arrestato, aggiungendo che 13 ostaggi sono stati liberati e sei assalitori sono stati uccisi nel blitz.

«È stato un atto odioso. Il mio governo è determinato a sradicare il terrorismo». Fonti ufficiali riferiscono anche della morte di due poliziotti.

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