Liste d’attesa lunghe? Stop alle visite private

UDINE. È uno dei temi sensibili per i cittadini, l’attesa. E quando si tratta di salute, si sopporta poco l’incertezza e l’appuntamento con lo specialista a un anno dalla richiesta, non fatica a venire bocciato come “inaccettabile”.
Ovviamente dipende dal problema di salute, ve ne sono alcuni che debbono avere una risposta celere, in tempi ragionevoli, e altri - ad esempio i controlli - che possono essere fissati in là nel tempo.
Ma ci sono regole anche per i tempi di attesa in sanità, e la Regione chiede vengano rispettate. In caso contrario, le Aziende per l’assistenza sanitaria, quelle Universitarie integrate e gli Irccs, dovranno «sospendere la libera professione intra-moenia ai medici delle strutture che non rispettano i valori soglia indicati oppure che non hanno reso disponibili al Cup (Centro unico di prenotazione regionale) tutte le agende di prenotazione delle visite e delle prestazioni».
L’imperativo è contenuto nelle Linee per la gestione del Servizio sanitario regionale per il 2017, approvate la settimana scorsa dalla giunta regionale su proposta dell’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, e riguardano le prestazioni di specialistica ambulatoriale.
Non tutte, ma molte. Si va dalla visita cardiologia a quella di chirurgia vascolare, da quella endocrinologica alla neurologica, dall’ortopedia alla ginecologica, dalla fisiatrica alle oncologica, dalla gastroenterologica all’oculistica. Sotto controllo anche la mammografia, la tac di addome, capo, rachide, bacino, la risonanza magnetica al cervello o alla colonna, l’ecografia cardiaca a riposo, l’ecodoppler, l’elettrocardiogramma, il fondo oculare ecc.
I tempi entro cui le prestazioni di specialistica ambulatoriale debbono essere garantiti sono diversi a seconda delle priorità della richiesta del medico.
Com’è noto, le priorità - che vanno indicate sulla ricetta barrando la relativa casella - sono: U, come urgente, e si tratta di prestazioni per le quali il tempo di risposta deve restare entro le 24 ore.
Solitamente con una ricetta di questo tipo ci si reca o in pronto soccorso o direttamente in reparto; B, come breve, e si tratta di prestazioni che devono essere garantite entro 10 giorni; D come differita, che prevede non oltre 30 giorni per una visita specialistica e non oltre 60 giorni per l’accertamento diagnostico. Infine P come programmata (che vale nel caso in cui il medico non assegni una priorità diversa), che deve essere garantita entro un massimo di 180 giorni, che scendono a 120 in alcuni casi.
Rispetto dei tempi anche per gli interventi programmati (con attese che vanno da 30, 60, 180 e 360 giorni sempre a seconda della priorità): dalla cataratta alla coronarografia, dalle neoplasie alle protesi valvolari, dall’angioplastica alla tonsillectomia. «Anche per queste patologie - è la disposizione della Regione - il mancato rispetto dei valori soglia determina, per i medici delle strutture interessate, la sospensione della possibilità di svolgere la libera professione specifica».
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