«Lo incontrai a Buenos Aires. Semplice per una Chiesa umile»

Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini dieci anni fa partecipò a un incontro con Bergoglio in America Latina. Sono tre i sacerdoti argentini in diocesi: «Pregavamo per un Papa povero». I missionari: purificherà
foto missinato pordenone arrivo nuovo vescovo giuseppe pellegrini
foto missinato pordenone arrivo nuovo vescovo giuseppe pellegrini

PORDENONE. Pordenone e Argentina legate da un filo diretto, quello dei tanti emigranti che hanno gioito all’annuncio dell’elezione di papa Francesco. Il vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, otto anni fa era in piazza San Pietro quando dalla loggia si affacciò Benedetto XVI. Ieri, visitando alcuni sacerdoti anziani col vicario generale, ha seguito dalla tv l’esito del conclave.

E alla fumata bianca era in Curia: «Sono rimasto meravigliato, è la prova che lo Spirito Santo guida la Chiesa e non i progetti umani». Jorge Mario Bergoglio l’aveva incontrato in Argentina: «Nel 2002, in piena crisi, partecipai a Buenos Aires a un incontro con la conferenza episcopale argentina sulla realtà missionaria. C’erano molti vescovi, ma non ebbi l’occasione di parlargli direttamente». Monsignor Pellegrini lo ritiene «un santo uomo, per il suo stile di vita semplice e povero. Lo stesso nome che si è dato, Francesco, indica come vuole vivere il ministero petrino. Un padre e pastore, che ha chiesto di pregare per lui».

Il vescovo di Concordia-Pordenone è «contento» dell’esito del conclave, che ha espresso un Papa «punto di riferimento chiaro per l’umanità in questo momento non facile».

La diocesi – ieri sera in tutti i paesi hanno suonato le campane a festa – vanta tre sacerdoti originari dell’Argentina, tutti appartenenti alla comunità dei Fratelli di Gesù Misericordioso. «Da due anni pregavo e chiedevo un papa “povero”», spiega Don Lelio Grappasonno, parroco di Pescincanna e cappellano dell’ospedale di Pordenone, fino a 29 anni in Argentina. Mentre Bergoglio si affacciava alla loggia lui stava impartendo l’estrema unzione a un ammalato: «Si è inchinato e umiliato, chiedendo di pregare per lui». A casa conserva una lettera del nuovo Papa che, da cardinale, rispondeva a una sua richiesta per un pordenonese emigrato a Buenos Aires.

Uomo umile, «che scendeva dalla Curia per dare da mangiare ai poveri e si spostava con i mezzi pubblici», ricorda padre Julian Marcelo Gonzalez, rettore del santuario di Madonna di Strada e parroco di Fanna. «Il nostro fondatore padre Igor Simonovis (in diocesi da diversi anni, ndr), ora in ritiro spirituale, lo conosce personalmente».

Sono cinque i missionari diocesani in Argentina. «Siamo tutti molto contenti», dice al telefono da Entre Rios padre Mario Danelon, originario di San Vito al Tagliamento. «E’ un gesuita umile, “scoperto” da un cardinale che si era andato a confessare da lui. Il cristianesimo ha bisogno di purificazione».

Centinaia i pordenonesi emigrati in Argentina, dove opera anche una comunità di elisabettine. Una delegazione dell’Efasce, col segretario Tommaso Boer, aveva fatto loro visita, a San Martin, a novembre: «Questa elezione è una sorpresa. Da oggi i nostri emigranti ci sono ancora più vicini».

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