Lo scandalo del 2012 ha frenato gli ingressi
La Comunità missionaria di Villaregia nasce nel 1981 quando il vescovo di Chioggia monsignor Sennen Corrà (che poi avrebbe guidato la diocesi di Concordia – Pordenone) aveva accettato la richiesta di padre Luigi Prandin e Maria Luigia Corona, fondatori, di accogliere la nascente realtà nella diocesi veneta.
In un piccola frazione del Polesine il vescovo mette a disposizione dei missionari una casa a Villaregia, in provincia di Rovigo: un pugno di case a ridosso dell’argine del fiume Po, e attorno immense distese di campi coltivati a mais o soia. Un’altra casa a pochi chilometri di distanza accoglie le missionarie.
Il 25 marzo 1984, in forza del nuovo codice di diritto canonico, il vescovo erige la Comunità in associazione pubblica di fedeli, di diritto diocesano. Nel dicembre 1985 la Comunità approda in America Latina. Gli Statuti ottengono l’approvazione definitiva il 26 maggio 2007.
Nel 2012 la comunità viene travolta da uno scandalo che crea scompiglio anche tra gli aderenti. Il Pontificio consiglio per i laici rimuove i fondatori e dispone la loro dimissione dall’Associazione. Padre Amedeo Cencini viene nominato commissario sino al 2015 quando viene eletto il nuovo presidente: padre Amedeo Porcu.
Oggi la Comunità missionaria è presente in Africa, America Latina e Italia attraverso 15 strutture. Le comunità sono composte da membri di diversi stati di vita (presbiteri, laici, celibi e nubili, coppie di sposi) e di diverse nazionalità. —
E.L.
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