Lo studente-imprenditore lascia il calcio e apre un bar
SAN VITO. Ex calciatore del Verona, studia da ragioniere nel corso serale Sirio dell’Isis Sarpi e si inventa imprenditore: Luca Esposito a 21 anni ha infatti aperto a Lignano il Tiratardi. Con le due compagne di banco Katia Pellizotti e Geisi Canko, sue coetanee, non perde tempo e apre il bar al mare. «Ci siamo conosciuti a scuola – racconta Luca –. Ho sempre giocato a calcio, Katia ha sempre lavorato come cameriera e Geisi fa anche la parrucchiera: abbiamo aperto il bar. Abbiamo cercato l’occasione tra Bibione e Lignano – dice il calciatore-studente –. Dopo varie valutazioni dei locali disponibili, abbiamo trovato il bar Tiratardi a Lignano Sabbiadoro, in viale Centrale al civico 27/d. E’ giusto per le nostre tasche e per la prima esperienza. Facendo il dribbling tra la complicata burocrazia e un po’ di lavoro per sistemare il tutto, siamo riusciti ad aprirlo. Le cose vanno abbastanza bene».
«Fino a pochi giorni fa, Lignano era quasi spopolata – Luca se la prende con il meteo –. E’ piovuto quasi tutti i weekend, ma ce la siamo cavata bene e non ci lamentiamo. L’orario è dalle 18 alle 14, perché ho visto che si lavora di più la notte e, dato che il locale è uno dei pochi ad avere la licenza notturna, ho pensato di sfruttarla».
Idee chiare, per uno abituato a fare il risultato sul campo verde. «Ci siamo lanciati in quest’avventura per fare un’esperienza nuova – conclude Luca –. Sappiamo bene che il rischio c’è, ma cercheremo di dare il massimo e di vivere serenamente, con impegno e serietà». Luca Esposito era nella squadra del Tamai (serie D) a 17 anni.
Poi, due anni di contratto con il Verona sono stati il salto in alto. «Il primo anno è andata bene e siamo passati dalla serie C1 alla serie B – condensa le cronache calcistiche –. Nella seconda stagione ho avuto contrasti con l’allenatore: ho dovuto rescindere il contratto e sono andato a giocare di nuovo in serie D in una squadra di Verona. Finito l’anno, sono rimasto senza squadra». Ha deciso di riprendere a studiare e lavorare. «Primo impiego nell’azienda Doctor glass e, intanto, le serali di ragioneria al Sarpi – conclude –. Studiare vale la pena: è un altro gol per la vita».
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