Lo zio della bambina chiude le porte
SAN MARTINO. A distanza di dieci giorni, non è cambiata la decisione del proprietario di Cloe e zio di Astrid Guarini, Loris Truant, sul futuro del cane. Troppo grande il dolore per la famiglia, troppo inatteso e grave, come conseguenze, l’atto dell’animale, così Cloe non sarà riaccolta a casa.
«Per una ragione di rispetto e per il fatto accaduto, che non è certo banale, non se la sente di riprendere il cane», ha confermato il legale di Truant, l’avvocato Luca Colombaro. Scelta che era apparsa subito chiara l’indomani della tragedia, quando in lacrime lo zio della piccola vittima del morso di Cloe aveva detto: «Cosa sarà di lui? Anche se mi dicono che è tranquillo, sinceramente non voglio un assassino in casa».
Un cane cresciuto con la famiglia, addestrato dal punto di vista comportamentale (non ad atteggiamenti aggressivi) e abituato anche a stare con la gente. Era sempre tranquillo, come hanno osservato tutti i conoscenti, anche con le cugine di Astrid, pure loro in tenera età.
Ma di colpo, per motivi ancora da chiarire, ha agito in quel modo. Difficile pensare di riaccoglierlo, per Truant, dopo l’accaduto, anche dopo le richieste di una delle due figlie: il rispetto per Astrid e il resto della famiglia non può che avergli suggerito, istintivamente, di non riaccogliere chi le ha fatto, per quanto involontariamente, male.
D’altronde, sono trascorsi pochi giorni dal funerale di Astrid e l’animo di chi ha vissuto in prima persona quei giorni è ferito, con un dolore che probabilmente non passerà mai. E il giorno prima di quelle esequie, venerdì scorso, lo zio di Astrid, con le due cugine di quest’ultima e un amico che aveva partecipato all’addestramento del cane, era andato a far visita a Cloe.
La cugina più piccola di Astrid, che era con lei al momento dell’aggressione, era ancora timorosa. In quei momenti aveva rivisto il suo cane, ma non era entrata nella gabbia, come avevano fatto Truant, l’altra figlia e l’amico. Cloe non poteva che far loro le feste, come qualsiasi altro cane quando rivede, dopo qualche giorno, i suoi proprietari. Truant, come riferito al canile, le aveva tolto un collare un po’ stretto che indossava.
La figlia più grande aveva quindi espresso il desiderio di riaverla: nulla da fare, per il padre non se ne parla.
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