L’omicidio di Nadia, la sera prima del delitto il fidanzato ha passato la serata con un'amica

UDINE. Francesco Mazzega, l'uomo di 36 anni accusato dell'omicidio della fidanzata Nadia Orlando, ha trascorso la sera prima del delitto in compagnia di un'amica e collega di lavoro.
È stata lei stessa a riferirlo agli inquirenti, mentre lui non ne avrebbe parlato nel suo interrogatorio. La donna si è presentata spontaneamente dai Carabinieri della stazione di San Daniele del Friuli per raccontare la circostanza dopo aver appreso la notizia del delitto.
Ascoltata sia dai Carabinieri sia dai poliziotti della Squadra Mobile, che conducono le indagini diretti dal vice Questore aggiunto Massimiliano Ortolan, la donna avrebbe riferito di essere stata contattata da Mazzega via whatsapp, che l'aveva invitata a mangiare una pizza da lui.
Le avrebbe confidato di essere stanco di frequentare persone superficiali e di aver bisogno di una donna matura e fedele con cui costruire qualcosa di serio.
Incuriosita, la donna avrebbe spostato gli impegni già presi e trascorso la serata in compagnia di Mazzega. Sempre secondo il suo racconto, l'uomo l'avrebbe anche invitata a fermarsi a dormire da lui perché "rilassato" dalla sua presenza. Rifiutato l'invito, si sarebbero salutati intorno alle 23.
Agli inquirenti la donna avrebbe riferito anche che l'uomo avrebbe negato di fronte a lei di avere una relazione con Nadia.
Il Pm: "Ricostruzione non fedele su tutto". «Una volta che è mutato lo scenario delle cause del decesso abbiamo capito che quanto dichiarato è una traccia, certamente con elementi di verità, ma non fedele su quanto accaduto».
Lo ha dichiarato il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo, commentando la testimonianza spontanea fornita da un'amica e collega di Francesco Mazzega, che si è presentata dagli investigatori per raccontare di aver trascorso con lui la sera prima del delitto.
«Ci troviamo di fronte a un fatto - ha proseguito De Nicolo - che ha avuto una grande eco. La comunità è fortemente turbata. Non mi stupisce che chi può riferire qualcosa di utile lo faccia anche spontaneamente. Siamo in un territorio in cui è ancora molto forte il senso delle istituzioni e la collaborazione dei cittadini è molto elevata».
La Procura, che coordina le indagini sul delitto, ha avviato una serie di accertamenti a tutto campo per chiarire cosa sia accaduto lunedì sera e verificare anche le dichiarazioni rese dall'indagato. È intenzionata anche a svolgere un sopralluogo sulla probabile scena del crimine, «con l'indagato se vorrà collaborare o altrimenti senza», ha concluso De Nicolo.
Uccisa con un cuscino? Un cuscino è stato trovato nella Toyota Yaris di Francesco Mazzega, l'uomo di 36 anni che il primo agosto si è costituito alla Polizia stradale di Palmanova dopo aver vagato tutta la notte con il cadavere della fidanzata Nadia Orlando, uccisa al suo fianco.
L'oggetto è tra quelli trovati fin dalla prima perquisizione dell'auto e posti sotto sequestro nel veicolo.
A seguito del primo responso dell'autopsia, eseguita dal medico legale Carlo Moreschi che ha individuato la causa del decesso in asfissia da soffocamento, cambiando lo scenario rispetto a quanto descritto inizialmente dall'indagato, è probabile dunque che il cuscino venga ora analizzato dagli inquirenti con particolare attenzione.
Quindi emergerebbe che il delitto potrebbe essere stato commesso in auto, utilizzando proprio il cuscino squestrato.
«Faremo di tutto per accertare cosa è accaduto, al di là delle dichiarazioni dell'indagato», aveva riferito martedì il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, lasciando intendere che le indagini saranno svolte ad ampio raggio per ricostruire l'accaduto.
Sempre martedì la Polizia di Stato ha sequestrato anche i due computer utilizzati dalla coppia di fidanzati all'interno dell'azienda in cui entrambi lavoravano.
Nelle prossime ore i medici del reparto di psichiatria dovrebbero valutare anche le condizioni di Mazzega, per stabilire se sia possibile dare esecuzione alla custodia cautelare in carcere già disposta dal gip Andrea Odoardo Comez.
Il testimone. La squadra mobile di Udine ha ascoltato le rivelazioni di un presunto testimone che dice di aver sentito - la notte dell'omicidio - delle grida provenire dall'area festeggiamenti di Vidulis, dove sarebbe stata uccisa Nadia. Gli investigatori stanno verificando l'attendibilità della testimonianza.
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