Londra, cambia il programma della gita: anticipata la visita a Westminster, salvi 35 studenti del Malignani

UDINE. Salvi perchè hanno cambiato programma. La visita alla zona del Parlamento e di Westminster Abbey con la tradizionale passeggiata sul ponte a due passi dal Big Ben era programmata per ieri pomeriggio, proprio nei frangenti in cui è avvenuto l’assalto.
Invece il meteo è venuto in soccorso di due classi dell’istituto Malignani di Udine, una terza e una quarta, che hanno riservato la giornata di martedì, soleggiata, alla visita dei palazzi del potere di Londra e dei giardini, mentre ieri, tempo grigio e piovoso, si sono dedicate al British Museum, una delle sedi espositive più importanti del mondo.
Ma i 35 studenti friulani tra i 16 e i 18 anni e due insegnanti di inglese hanno comunque vissuto sulla loro pelle alcuni momenti di tensione. Sono rimasti infatti bloccati fino alle 18 (le 17 ora di Londra) dentro il museo per ragioni di sicurezza.
Solo quando la situazione si è normalizzata, le autorità di polizia hanno fatto rientrare la comitiva udinese nelle case famiglia del quartiere di Wimbledon, dove i ragazzi alloggiano da domenica. I giovani e le insegnanti hanno potuto tranquillizzare le famiglie in Friuli, perchè i collegamenti telefonici non sono mai saltati.
«Abbiamo saputo del fatto quasi in tempo reale grazie a Internet - ha raccontato Ettore, uno degli studenti della terza classe - quando eravamo già dentro le sale. Tutti siamo rimasti calmi, forse un po’ di panico solo nei primi momenti, ma non è successo nulla. E pensare che abbiamo cambiato programma, perchè la zona di Westminster era prevista per oggi (ieri per chi legge, ndr), invece l’abbiamo scambiata con il British».
Nella capitale britannica, meta ogni anno di decine di scolaresche dal Friuli, vive e lavora una folta comunità di udinesi e pordenonesi, soprattutto giovani. Il presidente del Fogolâr è Michele Gomboso, un commerciante di vini dal 2003 suddito di sua maestà la regina Elisabetta.
«Lavoro nella zona nord di Londra - dice - e quindi il centro è piuttosto lontano. Ho però saputo subito dell’attentato, qui i media sono velocissimi e tutti i telegiornali non parlano d’altro. Ho fatto un po’ di telefonate agli amici, stanno bene, nessuno era nella zona che poi la polizia ha chiuso al traffico.
Anzi direi che tutto è tornato alla normalità in tempi piuttosto rapidi, purtroppo si è trattato di uno spiacevole “incidente”, anche se sappiamo che ci sono delle vittime, forse tra un gruppo di turisti francesi. Una metropoli come Londra convive con il terrorismo almeno dal 2005, da quando ci furono le bombe nella metropolitana e su un autobus, che provocarono decine di morti. All’epoca ci fu molta paura, un black out dei telefoni e militari dappertutto. Adesso non si è comunque ripetuta una cosa del genere».
Stesse parole e opinioni, più o meno, anche da parte di Candido Nigris, importatore di bevande udinese, che vive a Londra da due anni. «So che per chi vive o lavora in centro ci sono stati dei disagi - racconta - e c’è il dolore per chi ha perso la vita. Ma non esiste paura: siamo consapevoli che purtroppo fatti simili possono accadere, non dobbiamo farci condizionare, non ci sono alternative. Siamo qua e ognuno fa la propria vita al meglio delle sue possibilità».
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