L'Ordine dei medici: ai volontari dell'Ana abbiamo chiesto aiuto contro le aggressioni

PORDENONE. «Mediamente si registrano in Italia tre aggressioni al giorno agli operatori sanitari. Per questo l’Ordine dei medici della provincia di Pordenone ha voluto proporre uno strumento contro le aggressioni, chiedendo aiuto agli alpini volontari che l’hanno dato».
È il problema della sicurezza dei medici ad aver fatto scattare l’idea al dottor Guido Lucchini, presidente recentemente confermato dell’Ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Pordenone.
Un progetto a cui pensava da tempo, per garantire la sicurezza dei medici di guardia, giovani professionisti spesso chiamati a prestare servizio in zone disagiate o montane.
«Le guardie mediche, soprattutto donne, lavorano molte volte in posti non adeguati – spiega Lucchini – dove le misure di sicurezza non ci sono, mancano strumenti di allarme, c’è poca illuminazione e sono collocati in luoghi angusti. Alla luce di questa situazione, abbiamo pensato che fosse necessario fare qualcosa».
La spinta l’ha avuta «vedendo tanti genitori preoccupati per i loro figli, con una serie di dubbi non per il lavoro, ma per la sicurezza sul lavoro. La speranza è sempre che non succeda niente e allora mi sono detto: perché non affiancare ai medici dei volontari di supporto e di aiuto?»
Il protocollo è parte di una serie di iniziative per garantire la sicurezza dei medici e degli operatori sanitari. È anche parte di una serie di iniziative per i giovani medici avviate già nel precedente mandato da Lucchini. Il presidente dell’Ordine dei medici chiarisce che adesso si entrerà nella fase organizzativa, definendo tutti i dettagli del progetto.
La proposta ha trovato porte aperte all’Aas 5 di Pordenone che si interrogava sullo stesso problema. «È un progetto – afferma il direttore generale Giorgio Simon – che nasce dal fatto che le guardie mediche spesso operano in postazioni isolate. Alcune di queste sono coperte da donne».
L’area pordenonese ha una vasta zona montana, dove i medici di continuità assistenziale sono chiamati a operare nelle ore notturne o festive. «La funzione dei volontari – prosegue il dg – è quella di garantire la tranquillità dei medici e accompagnarli nelle visite, in particolare nelle zone che non conoscono».
Le auto aziendali sono dotate di Gps ma è evidente che una persona che conosce il territorio è molto utile, soprattutto nelle situazioni di emergenza.
«Come al solito gli alpini hanno dimostrato la loro generosità – aggiunge Simon – garantendo la loro disponibilità. Adesso sulla base delle sedi e delle necessità entreremo nella fase organizzativa». Un servizio, ovviamente, che rappresenta anche un vantaggio per la popolazione potendo interloquire con professionisti che possono operare senza doversi preoccupare della sicurezza personale.
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