L’orgoglio omosex sfilerà a Udine, attesi in cinquemila

Il 10 giugno a Udine il raduno triveneto delle associazioni Lgbt. Corteo per le vie del centro, eventi da marzo in tutta la regione
A moment of the Gay Pride in Genoa, Italy, 18 June 2016. ANSA/LUCA ZENNARO
A moment of the Gay Pride in Genoa, Italy, 18 June 2016. ANSA/LUCA ZENNARO

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia ospiterà il Gay Pride del Triveneto. E Udine, a suo modo, sarà per un giorno capitale dei diritti degli omosessuali. Il capoluogo friulano sarà teatro, sabato 10 giugno, l’evento conclusivo della rassegna, con una manifestazione che vedrà sfilare per le vie del centro almeno 5 mila persone, che arriveranno in città da tutta la regione, dal Veneto, dal Trentino Alto Adige, ma anche dall’Austria e dalla Slovenia.

Sarà la quinta edizione, la prima organizzata fuori dai confini del Veneto: l’assegnazione al Friuli Venezia Giulia intende premiare in particolare l’impegno del Comune di Udine, che negli ultimi anni si è speso in più circostanze a favore delle lotte per i diritti della comunità Lgbt, a partire dal riconoscimento delle Unioni civili tra omosessuali.

Sarà un Gay Pride “diffuso”, che abbraccerà tutte e quattro le province della nostra regione, toccando i capoluoghi e i centri minori, con iniziative che spazieranno dai dibattiti agli eventi sportivi, già a partire dal prossimo mese. Il minimo comun denominatore sarà quello dei diritti, scandito anche attraverso un manifesto politico che verrà sottoscritto formalmente proprio il 10 giugno.

Non un decalogo di rivendicazioni, ma una vera e propria piattaforma che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e ancor di più le istituzioni, rispetto a una serie di paletti - anche legislativi - da adottare per garantire i diritti dei gay.

Il manifesto sarà presentato in Comune: tra gli altri punti, quello che prevede l’approvazione di una legge regionale contro l’omotransfobia e l’istituzione di un rifugio protetto per gli omosessuali che, dopo il coming out, si trovano a vivere in condizioni di difficoltà per il deterioramento dei rapporti con la famiglia di provenienza. Di strutture simili ne esistono già in Italia, concentrate perlopiù nel Lazio e in Lombardia.

Il programma del Fvg Pride sarà presentato nel dettaglio questa mattina a Palazzo D’Aronco, nel corso di una conferenza stampa alla quale interverranno tra gli altri il sindaco Furio Honsell, Nacho Quintana Vergara, presidente Arcigay Friuli, Antonella Nicosia, presidentessa Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia, e l’assessore regionale Loredana Panariti.

La candidatura del Friuli Venezia Giulia e soprattutto di Udine era nell’aria da tempo: le cinque associazioni impegnate nella tutela dei diritti della comunità Lgbt attive sul territorio regionale hanno lavorato alacremente nell’ultimo anno per arrivare alla nomination, sostenuta di buon grado anche dai sodalizi veneti.

Negli ultimi due anni Palazzo D’Aronco ha patrocinato con convinzione il Gay Pride Triveneto, con l’assessore alla Viabilità Enrico Pizza che ha sfilato - con tanto di fascia tricolore indosso - nel 2015 a Verona e nel 2016 a Treviso.

Nel 2010 l’amministrazione comunale appoggiò la campagna contro l’omofobia lanciata dall’Arcigay friulana, che tappezzò la città con centinaia di manifesti che raffiguravano due donne e due uomini intenti a baciarsi. Una campagna - scandita dal claim “Civiltà, prodotto tipico friulano” - che la giunta Honsell difese anche contro la levata di scudi da parte della Chiesa udinese.

Senza contare che Udine è stata la seconda città in Italia, la prima in regione, a trascrivere sul registro di Stato civile, quando la legge non lo consentiva, il matrimonio celebrato all’estero tra due donne.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto