L'osteria Grappolo d’Oro cede la gestione dopo 55 anni: a fine ottobre chiude i battenti

A fine mese chiuderà i battenti l’osteria “Grappolo d’Oro” di via Stringher. Termina così una gestione famigliare avviata nel 1965 da Aurora Pramparo e proseguita dal figlio Ennio Re insieme alla consorte fino a oggi.
Uno dei locali più caratteristici del centro storico, però, non resterà chiuso a lungo, visto che c’è già un imprenditore pronto a rilevare l’attività. Il passaggio di consegne potrebbe avvenire già la prossima settimana.
Per una volta il Covid non ha inciso nella decisione, visto che Ennio Re aveva in mente di andare in pensione già prima del lockdown. Poi dopo la riapertura si è presentata l’occasione di vendere a non ci ha pensato su troppo a lungo. E’ dispiaciuto, ma consapevole di aver segnato la vita della città per diversi decenni, e oggi si sente quasi appagato per quanto fatto per valorizzare il luogo simbolo della friulanità, l’osteria.
«In questi anni la clientela si è trasformata – ammette Re – perché a cambiare è stato soprattutto lo stile di vita. In passato i luoghi di aggregazione privilegiati erano le osterie, oggi qualcosa si sta perdendo. Un tempo ci si ritrovava attorno a un bicchiere di vino e a una tartina, oggi c’è più frenesia e meno tempo da trascorrere in un locale come il “Grappolo d’Oro”».
Nonostante questo il “format” proposto dall’osteria, per Re, non tramonterà mai: «Resta un punto di incontro privilegiato per molti friulani», come recentemente ha certificato anche il Comitato friulano difesa osterie, che sta incrementando le adesioni (grazie all’avvicinamento di giovani e donne).
Basta restare nel locale di via Stringher pochi minuti per accorgersene, con il via vai che è continuo. C’è chi entra per bere semplicemente un caffè, chi già alle 10 del mattino ordina un taglio di rosso e un paninetto, chi si accomoda al tavolo per sorseggiare una birra. A tutti Ennio e la moglie Mirella regalano un sorriso prima di servirli. «La città è molto migliorata in questi anni – evidenzia Re – e credo abbia ancora delle potenzialità inespresse da sviluppare. Considero positivamente la pedonalizzazione del centro: come accade in altre città italiane ed europee, questa scelta costituisce un motivo di richiamo per le persone».
“Al Grappolo d’Oro” non è solo atmosfere tipiche friulane, ma anche piatti caratteristici. Tra i più apprezzati dai clienti, il “Rustico”, preparato con nervetti, fagioli e patate. Ma non sono mai mancati i grandi classici stagionali come le trippe, l’aringa, gli affettati friulani.
Negli anni il locale è diventato punto di ritrovo di tanti appassionati di sport, e di Udinese in particolare, soprattutto il lunedì. «Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno contribuito, condividendo, il nostro lungo percorso lavorativo».
L’apertura dell’osteria “Al Grappolo d’Oro” risale alla fine del Settecento, ricavata al piano terra del palazzo Susanna Di Prampero: nel corso dei decenni ha cambiato più volte nome, esordendo come locanda All’Aquila Imperiale per proseguire come l’osteria Al Portogruaro. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto