Lotta ai piccioni a Udine, i cittadini si mobilitano

UDINE. Il caso dei piccioni potenziali portatori di malattie a Udine, sollevato dal Codacons friulano, ha sollecitato numerosi cittadini a riportare situazioni di pericolo in varie zone della città.
Nonostante il divieto di somministrare cibo a questi volatili e all’investimento del Comune in mangime antifecondativo, alcune persone continuano a distribuire pane ai piccioni, con conseguenze fastidiose, e anche pericolose, per i residenti.
Una lettrice ad esempio segnala, con tanto di foto, una donna che quasi ogni mattina, all’alba, gira con il becchime dal teatro a viale Ungheria.
«Scende dalla macchina in tutta fretta, e getta abbondanti quantità di pezzi di pane. Dopo il suo passaggio l’area si riempie di colombi, con relativa sporcizia che ne consegue.
Cara signora – scrive rivolgendosi alla “animalista” – è vietato nutrire i piccioni nel comune di Udine. Se non sa cosa fare, vada al bar a leggersi il giornale e a bere un caffè».
Il suo post è stato commentato dall’assessore comunale Cinzia Del Torre: «Sono state fatte le ordinanze per il caso specifico e la denuncia alla Procura della Repubblica per coloro che non hanno adempiuto, ai sensi dell’articolo 650 del codice penale».
Ma le ordinanze, secondo Marianna Basile, cittadina vittima di vicini di casa “piccionari”, non bastano. In via Rauscedo, all’angolo di via Vittorio Veneto, due anziani – riporta la lettrice a nome dei residenti – gettano nella loro terrazza grandi quantità di cibo per i colombi, tenendo anche aperte le porte-finestre per farli entrare in casa, con relative problematiche igienico-sanitarie.
Il Comune è stato avvertito, ma pare che la coppia non apra neanche agli assistenti sociali.
Marianna, così come gli altri condomini, è disperata. «Visto che il Messaggero Veneto ha sollevato il problema della proliferazione dei colombi in città, segnalo con urgenza la vicenda che viviamo: il nostro stabile è afflitto da oltre 10 anni dal problema dei piccioni che stazionano nei pressi del palazzo, alimentato da alcuni abitanti.
Il condominio ha preso innumerevoli iniziative per dissuadere tali condomini dall’alimentare i colombi, affrontando cospicue spese per posizionare in tutto lo stabile dissuasori per i volatili, denunciando la situazione all’Azienda sanitaria di competenza, che ha analizzato le feci dei colombi certificandone la pericolosità e invitando l’amministrazione comunale a provvedere.
A più riprese abbiamo comunicato al Comune lo stato di cose chiedendo di intervenire in merito, diffidando i condomini interessati a cessare l’alimentazione dei colombi». Tutte azioni vane.
Il caso, noto a tutti coloro che frequentano la zona e documentata con foto e video, «è facilmente accertabile in quanto i volatili vengono alimentati in modo massiccio almeno due volte al giorno, in modo non certo discreto, con manciate di granaglie somministrate sul terrazzo dell’unità abitativa interessata che spesso piovono in strada: tutto ciò da almeno una decina d’anni».
La lettrice precisa che nonostante si sia manifestata all’amministrazione la pericolosità dello stato delle cose, nulla di risolutivo sino ad ora è stato fatto se non un’ordinanza, diretta a tutti gli abitanti del condominio, volta ad intimare di non alimentare i colombi e a posizionare ulteriori dissuasori.
«In realtà era più che noto all’amministrazione che è da una sola unità abitativa che vengono alimentati i volatili, e il collocamento di ulteriori e costosi dissuasori, a detta della stessa società che li ha posizionati, è del tutto inutile se i colombi trovano poi una fonte di approvvigionamento».
I condomini chiedono quindi come mai «dinanzi a una situazione di chiara violazione dell’ordinanza, protratta da tempo, plateale e documentata, il Comune non abbia preso i provvedimenti conseguenti e per quale ragione, a fronte dell’ennesima denuncia da parte dell’amministratore del condominio, risalente a giugno scorso, e alla domanda di quali passi intraprende l’amministrazione per porre finalmente fine al problema, non vi sia stata risposta».
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