Lotta alla Sla, i veterani abbracciano mister Bassi
L’ex selezionatore del Fvg premiato dall’associazione “Amici di Capocasale”. Prima la cerimonia a Fagagna, poi la festa in campo con i suoi ragazzi tricolori.

FAGAGNA. Ancora una volta gli “Amici di Renzo Capocasale” hanno colto nel segno. In una sala gremita, al ristorante Alle Crosere, l’associazione che ricorda il compianto presidente del Comitato della Figc udinese hanno premiato quest’anno Giancarlo Bassi, uomo di calcio, già selezionatore della Rappresentativa Fvg campione d’Italia, da tempo colpito dalla Sla, un “monumento” del calcio friulano. Ma, non solo: è di ieri l’ufficializzazione della notizia che il Comitato della Figc udinese, spalleggiato dal Coni, intitolerà un impianto sportivo a Capocasale.
Numerose le autorità intervenute ieri alla cerimonia: oltre al nuovo presidente del sodalizio, Roberto Ferrara (succeduto dopo due anni a Roberto Casini), Silvano Parpinel del Coni, i consiglieri federali Dante Cudicio e Alberto De Colle, l’assessore Daniele Macorigh in rappresentanza dell’amministrazione provinciale, Gianni Tortolo in rappresentanza dell’associazione allenatori e Tiziana Pittia dell’associazione dell’Aisla onlus che si occupa di assistere i circa cento malati di Sla della nostra regione. Molti anche ex giocatori ed amici di Giancarlo Bassi come Beltramini, Rigo, Gigante e Bazeu.
«Nonostante Giancarlo Bassi sia stato colpito dalla Sla, noi oggi siamo felici di essere qui per festeggiare un grande amico e uomo di calcio – ha spiegato l’ex presidente della Figc regionale, Mario Martini –. Infatti anche con il premio di quest’anno intendiamo ricordare la figura di Renzo Capocasale: egli volle far crescere i dirigenti per far crescere il calcio, quello dilettanti in particolare. E si impegnò per fare emergere la figura dell’allenatore come maestro di vita: per questo il premio a Giancarlo Bassi è meritato. Per la tenacia, la bravura e soprattutto la grande umanità che lo portò a vincere tre volte, nel 1975, nel 1983 e nel 1984 con la Rappresentativa Fvg il titolo nazionale».
Molte le testimonianze di amici ed ex-giocatori in sala che hanno voluto contribuire a esaltare le gesta di mister Bassi: «Giancarlo è un uomo schivo – ha detto Enzo Albertini –. Come allenatore ha puntato sempre sul gruppo e sul valore dell’amicizia. Non a caso ha vinto tre “scudetti”: radunava a Manzano nella sua taverna giocatori e dirigenti prima delle partite. Il “fare gruppo” veniva prima dei moduli tattici ed questo il segreto dei suoi tre titoli nazionali, un record che non siamo più riusciti ad eguagliare».
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