Lottizzazione abusiva a Lignano: tre condanne e un’assoluzione

Concluso il processo sul caso del “Villaggio Casabianca”. Il giudice ha inflitto 5 mesi di arresto e 24 mila euro di ammenda agli imprenditori Stefano Gigante di Lignano e Pietro Gigante di Ronchis e al notaio Alberto Menazzi di Udine (sospesi con la condizionale) e dichiarato il non doversi procedere, per prescrizione, per Fedele Buffon di Latisana

LIGNANO. Tre condanne e un'assoluzione per prescrizione del reato: si è concluso così il processo sulla presunta lottizzazione abusiva dell’area del “Villaggio Casabianca”, di Lignano Sabbiadoro. Stamani, il giudice monocratico della sezione di Palmanova del tribunale di Udine, Roberto Pecile, ha inflitto 5 mesi di arresto e 24 mila euro di ammenda agli imprenditori Stefano Gigante, 50 anni, di Lignano, e Pietro Gigante, 76, di Ronchis, e al notaio Alberto Menazzi, 77 anni, di Udine (sospesi con la condizionale), e dichiarato il non doversi procedere, per prescrizione appunto, per Fedele Buffon, 83, di Latisana. La sentenza ha disposto anche la restituzione dell'area ancora sotto sequestro (le unità abitative in costruzione non ancora vendute e gli spazi comuni) agli aventi diritto.

Stando all’impianto accusatorio, i Gigante nelle rispettive vesti di presidente e consigliere delegato della “Villaggio Casabianca srl”, Buffon come mediatore immobiliare e Menazzi nelle proprie funzioni di notaio, avrebbero modificato l’originaria destinazione d’uso di “villaggio turistico” assegnata all’area, alle unità abitative e ai posti auto in essa ricadenti, in quella “residenziale”.

Al centro del procedimento, la stipula con una sessantina di acquirenti - inconsapevoli dell’illegalità dei documenti negoziati - di altrettanti atti di cessione da parte della srl di quote millesimali indivise del complesso turistico, in virtù delle quali sarebbe stato attribuito loro l’uso esclusivo e permanente sia delle villette, sia dei posti auto. Il tutto fino al 28 aprile 2010, data di stipula dell’ultimo atto, e attraverso rogito a cura del notaio.

Il pm Marco Panzeri aveva chiesto la condanna a 1 anno di arresto e 35 mila euro di ammenda l’uno.

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