L’Udc appoggia Tondo per il bis

Oggi la proposta sarà ufficializzata: simbolo dello scudo crociato e sostegno al governatore. Il Centro si divide
Udine 7 Dicembre 2007. Riunione segretari CDL per Liberidea.Telefoto Copyright Diego Petrussi / Foto Agency Anteprima Udine
Udine 7 Dicembre 2007. Riunione segretari CDL per Liberidea.Telefoto Copyright Diego Petrussi / Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Ha guardato il bivio per mesi l’Udc, apparentemente indecisa se dire nuovamente sì al centro- destra di Renzo Tondo oppure imboccare la strada di una nuova relazione con il centro sinistra di Debora Serracchiani. Ora, archiviate le Politiche, il tempo della scelta è maturo. L’Udc si prepara a confermare il suo appoggio al Governatore uscente e a correre con una propria lista contraddistinta dallo scudo crociato, che potrebbe essere lievemente modificato in chiave “locale”.

A dire l’ultima parola saranno tra oggi e lunedì il direttivo e il coordinamento regionale, ma la proposta che questa sera sarà discussa dagli Stati maggiori del partito è per la conferma dell’alleanza con Tondo e per una corsa con il proprio simbolo. Una scelta che conferma quella compiuta 5 anni fa e taglia al momento i ponti con il nuovo corso dell’Udc a livello nazionale, pronto invece a formare in Parlamento un unico gruppo con i Montiani e Fli.

Ieri sera dal comitato provinciale di Udine è arrivata una dura presa di posizione nei confronti di Casini e dei vertici del partito: “Chiediamo le dimissioni della classe dirigente romana, a partire da quelle di Casini, che per di più si è candidato al Senato per avere un seggio sicuro”, ha affermato il segretario provinciale Ottorino Faleschini. Il comitato si è detto orientato a confermare l’alleanza con Tondo, «a patto che nel programma rientrino la riforma delle autonomie – ha spiegato Faleschini – e un passo indietro sulla macroregione del Nord».

A favore della scelta di correre con il proprio simbolo c’è il risultato positivo ottenuto dall’Udc alle Regionali del Molise dove ha ottenuto il 6,26% dei voti. Se dai vertici regionali arriverà il via libera all’alleanza con il centro-destra significherà rompere sul nascere il fronte regionale dei centristi a meno di ripensamenti. Possibile? Sulla carta, meno nella realtà.

Difficile in effetti immaginare i Montiani del professor Gigli digerire la presenza della Lega Nord all’interno della coalizione di centro destra. Specie viste le recenti prese di posizione dei del neurologo e di Gianfranco Moretton che aprendo al dialogo con le due coalizioni già scese in campo hanno dettato le proprie condizioni vale a dire l’azzeramento di alleanze e candidati oltre che una verifica dei programmi. Ora rischiano invece di ritrovarsi con un centro-destra più che mai “piazzato”, il che rende l’ipotesi di un futuro apparentamento più difficile.

Neanche all’interno dell’Udc, che deve fare i conti con posizioni differenti. Anche in seno al direttivo. Se l’assessore regionale Roberto Molinaro, l’onorevole Angelo Compagnon e il sindaco di Gemona, Paolo Urbani, si possono annoverare tra i favorevoli per un bis con Tondo, Fabrizio Anzolini, il giovane vicesegretario regionale del partito, vicinissimo a Casini, pare invece aperto a un ragionamento a tutto campo, affatto ostile all’ipotesi di un’Udc affiliata a Serracchiani.

C’è anche chi, è il caso di Alessandro Tesolat, ha fatto “outing” in rete: «Deciderò se impegnarmi quando avrò capito cosa farà l’Udc regionale, ma una scelta di campo l’ho già fatta e non ho intenzione di modificarla».

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