L’Udc scarica l’assessore Molinaro, ma salva Tesolat

Nella segreteria centrista si invoca il rinnovamento. Parte del comitato regionale si era espressa a favore

UDINE. Le voci più insistenti parlano di una scelta dettata dalle correnti interne al partito. Le dichiarazioni ufficiali non ci sono, perché il comunicato stampa diffuso dal partito è letteralmente di tre righe e non dice nulla, e il segretario Leonardo Zappalà ha il telefono staccato.

Ma la decisione farà discutere: Roberto Molinaro, l’assessore regionale dell’Udc, l’unico centrista al governo negli ultimi cinque anni, non sarà ricandidato al Consiglio regionale. La notizia arriva dal comitato regionale riunito giovedì fino a tarda notte a Palmanova.

Nulla di ufficiale, anche se di fatto in queste ore tutti i partiti devono consegnare le proprie liste. Quella dell’Udc è una scelta inaspettata, che mette al centro le difficoltà di un partito già messo a dura prova dalle elezioni politiche.

A febbraio gli elettori dell’Udc alla Camera sono stati appena 11.675, l’1,61% su base regionale. È anche, ovviamente, una conseguenza dell’accorpamento con Scelta Civica, che invece ha raggiunto il 10,7%. Ma ora che la lista di Monti ha prima annunciato e poi subito ritirato i propri candidati alle regionali, l’Udc rischia di pagare il conto più salato, quello dell’irrilevanza.

A preoccuparsi della prospettiva, tra gli altri, c’è anche Renzo Tondo, che proprio dall’Udc si attende invece un appoggio decisivo. In un quadro già ben confuso, l’Udc ha scelto però di non candidare Molinaro. La motivazione ufficiale non è nota: i più ottimisti parlano di importanza del rinnovamento, ma forse non è solo quello.

La decisione ha creato qualche malumore anche perché una buona parte del comitato regionale si era espressa a favore della candidatura di Molinaro. Tra questi, Giorgio Venier Romano ha posto più volte la questione, senza successo. La deroga sul limite dei mandati per Molinaro non è mai stata votata, mentre è stata concessa a Maurizio Salvador, dato come capolista a Pordenone.

Il caso Molinaro era sorto già nel comitato provinciale di Udine, che aveva poi scelto di investire della questione il partito a livello regionale. Molinaro ha così dato la disponibilità a correre, ma Zappalà ha chiuso, indicando che la proposta sarebbe dovuta arrivare da Udine.

La breve e tutto sommato inutile nota stampa diffusa si rivela così superata dagli eventi, perché nel partito si useranno tutte le ore a disposizione per recuperare ed evitare lo scontro tra le varie anime, da Zappalà e Angelo Compagnon a Molinaro, a Fabrizio Anzolini.

«Il ricambio generazionale non giustifica l’atteggiamento tenuto da una parte dell’Udc regionale nei confronti di Molinaro. È indecoroso», ha twittato ieri Anzolini, che – per ora – non sarebbe tra i candidati al Consiglio, nonostante qualche pressione per una sua corsa.

I nomi in corsa, al momento, sono quelli del medico Giovanni Barillari e del consigliere uscente Alessandro Tesolat a Udine, “salvato” pur se ambito dall’inchiesta sui rimborsi per aver acquistato della carne per un gruppo di alpini.

Ci sono inoltre Salvador e l’ex sindaco di Fiume Veneto Lorenzo Cella a Pordenone, di Carlo Grilli, ex assessore comunale a Trieste, dove non sarebbe candidato nessuno della famiglia centrista dei Sasco.

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