L’udinese no vax Rossi entra senza Green pass nell’edificio dove si svolge la riunione di una commissione consiliare: arrestato

TRIESTE. Bagarre durante il sopralluogo della V commissione in via della Cattedrale al Polo ricreativo Giovani Toti, venerdì 4 febbraio, a Trieste.

Il consigliere comunale 3V Ugo Rossi, che abita a Udine e che è già noto per la sua protesta contro l’uso delle mascherine alle Poste di San Giovanni, è riuscito a entrare senza Green pass.

L’atto ha scatenato le ire degli altri consiglieri presenti, in particolare dell’assessore Angela Brandi, e sono state chiamate le forze dell’ordine. Alla fine il consigliere Rossi è stato portato via in manette.

Si è poi appreso che il consigliere comunale è stato arrestato e messo ai domiciliari.

Quello di venerdì, si accennava, è l'ennesimo episodio di cui Rossi si è reso protagonista, avendo anche tentato di entrare senza Green pass sia alla Risiera di San Sabba, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, sia alle sedute del Consiglio comunale.

Di recente Ugo Rossi è stato condannato a 5 mesi di reclusione, con la condizionale, e al pagamento delle spese processuali per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate per fatti avvenuti il 21 settembre fuori da un ufficio postale. Allora, candidato sindaco di Trieste, era stato arrestato dai carabinieri, con i quali c'era stato un parapiglia dopo che alcune persone non avevano voluto indossare la mascherina.

"Un plauso alle donne e agli uomini della Polizia locale che, con l'intervento odierno, hanno saputo mettere fine all'ennesima violazione della legge a favore di telecamere del consigliere comunale Ugo Rossi".

E' il commento dell'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, alla notizia dell’arresto di Rossi.

"I cittadini hanno scelto i propri rappresentanti nelle elezioni dello scorso ottobre, alcuni hanno deciso di farsi rappresentare in Consiglio comunale dal consigliere Rossi - ha indicato Roberti -, questo non può essere messo in discussione, ma una carica istituzionale, pur nel diritto di manifestare le proprie posizioni, per quanto assurde e sconclusionate siano, ha come tutti e più di tutti un obbligo di rimanere entro i confini della legalità e nel rispetto di quelle divise che oggi hanno fatto il loro difficile lavoro".

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