Luisa e Giulia realizzano il loro sogno: lancio dopo lancio diventano paracadutiste

La prima, 23 anni, di Tavagnacco, è una guardia giurata. La seconda, 22, di Prata, traduttrice, ha seguito le orme del padre 
Da sinistra, Claudio e Giulia Rosolen, Luisa Leccese e Sergio Tassan; sopra Daniele Ambrogi e Luca Zanin
Da sinistra, Claudio e Giulia Rosolen, Luisa Leccese e Sergio Tassan; sopra Daniele Ambrogi e Luca Zanin

UDINE. Il suo sogno era diventare paracadutista. Come lo fu (e lo è) il padre, nella storica e prestigiosa Folgore. Ci è riuscita, accompagnata proprio dal genitore, grazie all’Associazione paracadutisti di Pordenone, la scorsa settimana. Ed ora, per lei e un’altra giovane friulana, il cielo è più vicino.

Lei è Giulia Rosolen, 22 anni, di Prata, impiegata come traduttrice in un’azienda di mobili; la compagna del secondo corso di paracadutismo 2019 è Luisa Leccese, 23 anni, di Tavagnacco, guardia giurata. A frequentare il corso con loro sono stati il 56enne Claudio, papà di Giulia, già paracadutista della Folgore, e l’imprenditore agricolo avianese Sergio Tassan Mazzocco, proprietario dell’omonima azienda vinicola.

Claudio Rosolen nel 1983 partecipò alla missione Italcon in Libano e dopo 33 anni è tornato a lanciarsi insieme alla figlia.

Il secondo corso 2019 è stato intitolato ad Antonio Tambosso, di Spilimbergo, scomparso il 13 maggio 2013: durante il secondo conflitto mondiale era inquadrato come paracadutista nel primo squadrone da ricognizione Folgore, ricoprendo il grado di sergente maggiore e quindi comandante della sua squadra.

Il 25 febbraio 1945 nella zona denominata “Vena del Gesso”, in Romagna, già ferito durante i combattimenti contro i tedeschi che ripiegavano verso la Germania, perse una gamba a causa dello scoppio di una mina mentre soccorreva un commilitone.

I quattro allievi avevano cominciato il corso il 12 ottobre e lo avevano terminato con gli esami di accertamento il 23 ottobre. I lanci erano stati previsti per il 30 ottobre, ma erano stati poi annullati a causa della nebbia nell’aviosuperfice di Ferrara, che ospita la Scuola di paracadutismo gestita dall’Associazione nazionale paracadutisti. Poi, a causa ancora del maltempo e della pausa natalizia, l’ora x è slittata a sabato scorso.

Quattro giorni fa, dunque, intorno a mezzogiorno, quando è calata (ancora una volta...) la nebbia, finalmente Giulia e Luisa hanno coronato il sogno, lanciandosi tre volte per ottenere l’abilitazione, mentre Claudio e Sergio il ricondizionamento.

Alla fine dei lanci, gli istruttori di paracadutismo della sezione di Pordenone Daniele Ambrogi e Luca Zanin hanno consegnato simbolicamente le “ali”, quindi il brevetto, alle due nuove paracadutiste.

«Un grande ringraziamento all’instancabile direttore di lancio Leonardo Consoli che assieme agli istruttori Lucio Fusco e Claudio Mascolo permettono che il meccanismo sia sempre efficiente e pronto. Un grazie speciale va ai ripiegatori Antonio Campanini e Luiza Vrushi che con le loro mani d’oro e veloci fanno sì che i materiali siano sempre pronti al riutilizzo. E grazie ai nostri “allievi”, per la loro grinta e il loro entusiasmo». —


 

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