L’ultimo confronto Fontanini - Martines: scintille sui profughi

Scintille nell’ultimo confronto pubblico tra Vincenzo Martines e Pietro Fontanini organizzato ieri dal nostro giornale nella sede della Camera di commercio. A scaldare gli animi, come spesso è accaduto nel corso di questa campagna elettorale, è stato ancora una volta il tema dell’accoglienza emerso ancora prima che il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier avesse il tempo di porre una domanda specifica.
Quando il leghista Fontanini è stato chiamato a dare un giudizio sull’operato dell’amministrazione ha infatti parlato di Udine come «città degli altri» perché «chi scende dal treno oggi ha un impatto critico che non rappresenta gli udinesi al punto da far mettere in dubbio anche il fatto di essere in Italia. Mi è capitato di passeggiare in borgo stazione di sera - ha aggiunto - e ho assistito io stesso a scene poche edificanti con persone che confondono le strade con i bagni pubblici e un mal costume diffuso che rende necessario un intervento per rendere la zona più pulita e accogliente». Indispensabile, per Fontanini, «la presenza di un presidio di polizia per garantire maggiore sicurezza» anche se l’ipotesi non convince le forze dell’ordine che - come ha ricordato Monestier - preferiscono garantire passaggi continui senza una stazione fissa per essere più liberi dal punto di vista organizzativo.
Ma è un’altra la miccia che ha dato fuoco alle polveri del confronto. Fontanini ha sottolineato che chiuderà il progetto Aura (Accoglienza Udine richiedenti asilo) voluto dal Comune per garantire una presenza dei profughi distribuita su tutto il territorio con l’obiettivo di renderla meno impattante, anche «per evitare il business dei posti letto perché in molti casi in un appartamento dovrebbero esserci 4 persone e invece ce ne sono tante poiché c’è il mercato del subaffitto». E qui la posizione dell’esponente dem si pone quasi agli antipodi ferma restando la volontà, condivisa da tutti i candidati, di voler riportare la presenza dei profughi entro la quota fissata dal Ministero. «Detto che il primo passo è andare dal prefetto per fare in modo che a Udine non si chieda più del dovuto - ha detto Martines -, non si può ignorare che la situazione di emergenza che si è creata con migliaia di persone in città è anche conseguenza del fatto che molti comuni amministrati dal centrodestra e dalla Lega si sono lavati le mani lasciando che fosse Udine a risolvere il problema salvo poi incolpare il capoluogo. Io sono convinto che debbano essere rivisti gli accordi che stabiliscono i rapporti tra le associazioni e il Comune e che le regole debbano essere molto più severe. Inoltre servono controlli puntuali sulle residenze».
Per contrattaccare Fontanini ha scelto l’ironia: «Scopro oggi la severità di Martines, ma la verità è che Udine è nota per essere una città buonista. Che senso ha mantenere l’Aura se nella Cavarzerani, dove tra l’altro sono stati investiti parecchi soldi, i 250 profughi che Udine dovrà gestire ci stanno comodamente?». Ma l’obiettivo a lungo termine di Martines è quello di chiudere la caserma: «Volete fare in modo che via Cividale diventi un ghetto, forse Fedriga vuole nascondere il problema mettendo lì tutti i profughi per poi buttare via la chiave. E non mi parlate di città buonista perché poi quando si tratta di fare il sindaco ci si scontra con i problemi reali e le cose cambiano come accaduto a Pordenone e a Gorizia che non mi risulta siano amministrate dal centrosinistra». Come dire insomma che un conto è teorizzare soluzioni, un conto metterle in pratica e gestire un fenomeno complesso la cui regia è in mano al Governo e di conseguenza alle Prefetture. A conferma di ciò il bando milionario per l’accoglienza che l’ufficio territoriale del Governo ha predisposto nonostante il parere contrario di Comune e candidati a sindaco.
Il giudizio su Honsell.
Il primo a fare la pagella è stato Martines che non ha risparmiato dei brutti voti all’amministrazione del professore: «Il bilancio del Comune è sano e sono stati garantiti servizi di qualità senza alzare le tasse, inoltre sono stati fatti importanti passi avanti per quanto riguarda il risparmio energetico ma si è rotto il rapporto tra amministrazione e cittadini ed è per quello che io intendo ripartire proprio da lì. Per quanto riguarda le opere ritengo che l’errore più grande sia stato il ritardo nella pedonalizzazione di Mercatovecchio, oggi si parla solo della pietra piasentina e non del centro pedonale che è una grande opportunità per cui è stato costruito anche il parcheggio di piazza Primo maggio». Inutile dire che la pagella di Fontanini, che tra l’altro è un insegnante, è molto più severa: «Per ristrutturare il Carnera ci hanno messo dieci anni e hanno ridotto la capienza da 5 mila a 3.500 mentre Trieste costruiva un nuovo impianto da 7 mila. Così adesso se la Gsa andrà in A1 non potrà giocare a Udine. Per questo ritengo sia più opportuno fare un nuovo palazzetto. La cosa più incredibile però è la manutenzione delle strade o, meglio, la mancata manutenzione: abbiamo strade disastrate e in molte zona mancano pure i marciapiedi».
Vigili e Uti.
Fontanini non ha dubbi: i vigili devono tornare subito alle dipendenze del Comune e le Uti devono essere accorpate: «Ce ne sono 10 in provincia di Udine quando ne basterebbero due». Per Martines invece la sfida vera sarà trovare il modo per «far stare insieme i comuni e Udine che ha un ruolo rilevante sul territorio non può sottrarsi a questa dinamica che porta verso al condivisione dei servizi. Il passaggio è stato gestito male, ma se vogliamo guardare al futuro dobbiamo trovare il modo di far funzionare bene gli accorpamenti e non tornare al passato».
Viabilità.
La priorità dell’ex presidente leghista è «il completamento della tangenziale sud che potrebbe decongestionare viale Venezia» e la realizzazione di piste ciclabili «non promiscue per collegare centro, periferie e l’hinterland». I bus invece «devono essere più piccoli e meno impattanti soprattutto quando, dopo la chiusura delle scuole, girano mezzi vuoti». Secondo il candidato del centrosinistra invece «la possibilità di modificare le tratte dei bus dopo 40 anni è una grande opportunità da cogliere con i cittadini per ridisegnare i collegamenti realizzando anche una rete di piste ciclabili integrata».
Stadio.
Martines è convinto che le nuove attività nella pancia del Friuli faranno più concorrenza ai centri commerciali mentre Fontanini ha bocciato il progetto ritenendo sia meglio sfruttare gli spazi esistenti per non penalizzare il centro.
Mostre e cultura.
Fontanini punta sull’ascensore per il castello e sul recupero di palazzo Antonini mentre l’ex palazzo della Provincia deve diventare sede degli uffici comunali per tagliare le spese di affitto. Per l’esponente del Pd l’esempio virtuoso è quello delle librerie che «hanno fatto gruppo facendo di Udine la città dove si legge di più», un modello che potrebbe coinvolgere più in generale tutte le attività creando eventi come “la notte dei lettori”. Ma anche Far east e Vicino/lontano con il premio Terzani sono esempi di come è possibile far crescere un evento «che meritano rispettano come meritano rispetto tutte le persone che lavorano e conoscere queste realtà non significa essere di destra o di sinistra, ma essere udinesi».
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