Lunghe code e disagi all’Anagrafe sanitaria per cambiare medico

Spilimbergo, molti degli utenti provenivano da Travesio. C’è chi si è ritrovato con 150 persone in attesa prima di lui

SPILIMBERGO. Caos, disagi e lamentele ieri all’ospedale di Spilimbergo, con anche momenti di tensione. «Una scena – spiega un nostro lettore spilimberghese, utente del servizio – che, a quanto mi dicono e per quanto ho potuto verificare personalmente, mercoledì e ieri, si è ripetuta in tutte le giornate di apertura dell’Anagrafe sanitaria di questa settimana». All’ingresso dell’ufficio del nosocomio della città del mosaico si è formata una fila di decine e decine di persone col biglietto numerato in mano.

Una scena che, a quanto riferito, sarebbe stata determinata da fattori di straordinarietà che qualcuno, in tal caso l’Azienda sanitaria, avrebbe potuto prevedere. In particolare, tra gli utenti in fila, numerosi erano i residenti a Travesio che hanno pagato lo scotto, loro malgrado e come già denunciato dal primo cittadino del Comune montano Diego Franz, di avere ricevuto in ritardo la comunicazione ufficiale del pensionamento del dottor Sandro Urli.

Da qui l’urgenza di doversi recare negli uffici del San Giovanni dei Battuti per scegliere un nuovo medico fra i tre che si sono resi disponibili poiché a Travesio non ne è stato assegnato un altro. Una situazione che ha finito per ingolfare l’Anagrafe sanitaria (aperta al pubblico dal martedì al giovedì dalle 8.30 alle 13.30) mettendo a dura prova i nervi di utenti e operatori.

«Mi sono recato allo sportello dell’Anagrafe sanitaria già mercoledì – sottolinea lo spilimberghese –. Giunto intorno alle 9.30 e preso il numero mi sono ritrovato con 150 persone in fila davanti a me. Naturalmente ho desistito e, visto che abito nelle vicinanze dell’ospedale, ho pensato di tornarci il giorno seguente». In situazioni del genere c’è chi non ci crede, chi ha fede e aspetta, chi prende e se ne va. Ma c’è anche chi sbraita, chi si lamenta, chi accusa, evidentemente arrabbiato per avere perso ore preziose.

«Quel che è peggio – conclude il nostro lettore – è avere visto le due povere impiegate beccarsi le insolenze dei più facinorosi pur facendo il loro lavoro in maniera straordinaria, lasciate sole, senza che un dirigente o chi per lui venisse a darci spiegazioni».

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