L’Unicar acquista l’Opel Panauto

di Corrado Barbacini
È passata di mano la storica concessionaria Opel Panauto che fa riferimento a Dino Conti. È stata acquisita, con un investimento complessivo di oltre tre milioni di euro, dalla società Unicar di Pordenone di proprietà dell’imprenditore Fabrizio Zambon. Il contratto definitivo è stato perfezionato nelle scorse settimane ma il preliminare risale a sei mesi fa. La società triestina è stata ceduta per una somma vicina a un milione e mezzo di euro e la stessa cifra è stata pagata dall’imprenditore pordenonese per l’acquisto del capannone dell’ex Fiat Carnelutti che si trova nella zona delle Noghere. «Stiamo definendo gli organici ma posso assicurare che la gran parte dei posti di lavoro sarà mantenuta», ha dichiarato Zambon. La sua società vende il marchio Opel in tutto il Friuli Venezia Giulia, esclusa la Carnia e in una parte del Veneto orientale. Questa è l’unica notizia positiva di una situazione sempre più drammatica nel settore delle auto a Trieste. Lo tzunami economico ormai ha spazzato almeno il 50 per cento delle vendite di qualche anno fa, il 200 per cento rispetto a quando vent’anni fa venivano esportate da Trieste in Slovenia. Allora il record era stato di 18 mila pezzi. E in questi giorni gli addetti ai lavori si dicono contenti se si arriva a superare quota 5mila.
La beffa. La situazione è ulteriormente penalizzata dal fatto che alcune strutture commerciali d’oltreconfine hanno iniziato a concludere affari con acquirenti triestini che si accontentano di vetture meno accessoriate di quelle proposte in Italia. Non solo: nei giorni scorsi sono stati anche affissi in città enormi manifesti che pubblicizzano i tagliandi “low cost” a Capodistria.
La debacle dei numeri. A novembre sono state appena 285 vetture immatricolate da privati: i numeri delle vendite di questo mese raccolti dall’Unrae (Unione rappresentanti autoveicoli esteri) fanno venire i brividi se rapportati a quelli dello stesso mese dello scorso anno che, perlatro, erano già molto bassi. Sono quasi cinquanta le vetture in meno rispetto allo stesso giorno di novembre 2010. Un crollo quasi verticale che ha riguardato la gran parte dei marchi (con l’unica eccezione della Toyota perché questo costruttore ha lanciato in questi giorni un nuovo modello e dunque è fuori classifica).
La situazione. Certo è che questo è il termometro della crisi che sta colpendo in modo virulento la città: la Fiat - per esempio - ha immatricolato appena 18 vetture, l’anno scorso erano state 35. Il crollo è stato del 51,4 per cento. La Renault ha dimezzato le vendite: da 20 è passata a 10. La Mecedes da 28 è passata a 12. (42,8 per cento) Il totale dell’anno spiega ancor meglio la situazione: 5192 a novembre 2010, 4448 in questo mese.
La ristrutturazione. In questa situazione si inserisce anche la vicenda della Contiauto, la concessionaria Citroen che fa riferimento a Dino Conti. «È vero abbiamo avviato una importante ristrutturazione. È la prima volta che dovremo attivare la mobilità di una parte del personale. Ma saranno procedure soft», conferma l’imprenditore triestino che da qualche giorno ha attivato un confronto sindacale. Aggiunge: «Rispetto a qualche anno fa abbiamo dovuto invertire la rotta. Per questo stiamo ripensando all’organizzazione dell’azienda la cui rete commerciale spazia in provincia di Gorizia e lambisce quella di Udine. Ma il problema - sono sempre parole di Conti - non è solo quello dei numeri, ma anche delle Case automobilistiche che obbligano a lavorare con margini sempre più ristretti. Intanto sto cercando una nuova sede in Valle delle Noghere. Ora dispongo delle vecchie strutture di via Flavia dove sarà possibile realizzare i centri commerciali monomarca non automobilistici bloccati dalla vecchia giunta comunale.
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