L’università di Udine registra gli ululati degli sciacalli nei boschi della Carnia

L’esperimento notturno a Preone, ha risposto un branco. Studenti da tutta Italia nella zona con il ricercatore Filacorda

PREONE. Da un impianto stereo, nel buio della notte, riecheggiano gli ululati, qualche secondo appena e gli sciacalli che da tempo popolano i boschi della Carnia, si fanno vivi. L’ululato, quello vero, si avverte benissimo: gli animali rispondono al richiamo.

La risposta degli sciacalli nei boschi della Carnia affascina gli studiosi universitari

Succede a Preone, dove gli studiosi dell’università di Udine hanno organizzato una Winter school sulle tecniche di monitoraggio della fauna alpina omeoterma, alla quale hanno aderito studenti provenienti da tutta Italia e anche qualche manager d’azienda amante della montagna.

Noi, l’altra sera, siamo andati con loro per raccontare la presenza dello sciacallo in un comune abitato da poco più di 240 anime dove si è insediato anche l’orso Francesco. Lo sciacallo è simile a un piccolo lupo e tra Enemonzo e Preone è stato visto più volte dai ricercatori e dai cacciatori.

L’appuntamento è fissato per le 19 alla locanda Vittoria. Stefano Filacorda, il ricercatore del Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali che ha messo a punto il progetto, è seduto sulla panchina, all’eterno del locale.

Organizza al telefono l’attività didattica del giorno dopo che si svolgerà tra Preone e il Parco naturale delle Prealpi carniche. Alla spicciolata arrivano gli studenti impegnati da giorni a perlustrare i boschi lungo la Val Tagliamento.

Cenano e poi via verso un’avventura unica. Ventiquattro aspiranti veterinari, biologi, scienziati della terra e forestali seguono le istruzioni del ricercatore. Formano cinque gruppi, due si dirigono al campo sportivo, uno al parcheggio dei camper e gli altri due vicino al ponte sul Tagliamento. Ogni gruppo ha un cellulare con la bussola e si prepara a compila le schede di monitoraggio degli animali.

Gli sciacalli sul Carso

Gli studenti dovranno indicare la stazione di rilevamento degli ululati e riportare l’esito delle cinque emissioni che si susseguiranno a distanza di tre minuti una dall’altra.

«Dopo ogni emissione - spiega Filacorda - sentirete qualcuno che risponde potrebbe essere un cane o lo sciacallo. Indicate la specie». La settimana prima, allo stesso esperimento, avevano risposto tre gruppi di sciacalli. Incrociando, con la tecnica della triangolazione, le distanze da cui sono stati avvertiti gli ululati, i ricercatori sono in grado di individuare il luogo da dove hanno risposto gli animali. «Qualcuno - avverte Filacorda - li sentirà vicinissimi altri lontani».

Fornite le istruzioni si parte fiduciosi. Ci fermiamo al campo sportivo di Preone e la raccomandazione è «non chiudete le portiere delle auto, quel tipo di rumore allontana gli animali». È buio pesto e non fa molto freddo. L’esperimento prende il via. Le emissioni vengono gestite da Francesco Bertolini e Simon Ferfolja, due laureati, collaboratori di lunga data del gruppo di ricerca dell’ateneo friulano.

Alla prima emissione segue un silenzio interrotto solo da qualche fruscio e dal rumore delle ali degli uccelli notturni. Alla seconda emissione segue un ululato neppure troppo lontano. Sono gli sciacalli. Secondo Filacorda rispondono da una zona a ridosso del fiume Tagliamento.

L’ululato si protrae per qualche secondo, quanto basta per emozionare i partecipanti all’esperimento. È un’esperienza emozionante e non si capisce perché la Carnia non provi a promuovere le bellezze della fauna e del paesaggio. Il test dura circa mezz’ora. Alla fine, all’unanimità, gli studenti decidono di ripeterlo a Quinis di Enemonzo. «Stare a contatto con la fauna è un privilegio per pochi che riempie il cuore», commenta Ferfolja. Impossibile dargli torto.

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