I lupi sbranano il cane di un cacciatore nella riserva di Meduno: è il terzo episodio in dieci giorni
Del terrier di otto anni di Gianluigi Mincin è rimasto solo il collare, avvistato un branco di sei esemplari. «Sono zone frequentate anche da famiglie e ragazzi a piedi»

Del suo terrier, di otto anni, addestrato con passione e lavoro è rimasto solo il collare: strappato, sbrindellato. Un Natale di rabbia, tristezza e preoccupazione quello di Gianluigi Mincin, cacciatore esperto, che domenica 22 dicembre era uscito per una battuta nella riserva locale, a Meduno, assieme a un altro cacciatore, che si è spinto sull’altro versante.
«Il mio cane stava tornando indietro – ricostruisce l’accaduto –, lo vedevo perché era a una ventina di metri di distanza. Doveva solo superare un dosso con i rovi. Ci è entrato e a quel punto l’ho sentito guaire. Sono corso e ho visto il lupo allontanarsi con il mio cane tra le fauci».
Da quel momento o è iniziato un inseguimento che è durato ore – attraverso il radiocollare il cacciatore poteva vedere la posizione – «perché il lupo è capace di un mimetismo incredibile. Il cane era chiaramente morto, ma mi sono messo all’inseguimento per raccogliere quel che restava, oltre al suo collare. Nel palmare veniva segnalato in un posto, ma quando arrivavo c’erano solo le tracce di sangue. A un certo punto ho visto la luce del collare tra i rovi, ma il lupo non si vedeva. Ho anche sparato un colpo in aria sperando che si allontanasse e lasciasse la preda» ricostruisce Mincin.
Alla fine il triste ritrovamento si è completato nel tardo pomeriggio. «L’amico che era a caccia con me e che si trovava sul versante opposto mi ha detto che ha individuato sei lupi. E il branco si muoveva sempre a una distanza ravvicinata da me. Sono 47 anni che vado a caccia e per me la caccia ha senso solo con i cani, altrimenti andrei al poligono. Posso dire che non c’è mai stata una situazione di questo tipo. Io ho sette cani, che vivono in casa con noi. Tutte le volte che esco, mia moglie mi ripete: “Mi raccomando i cani”. Sono veramente arrabbiato, amareggiato. Non ce l’ho con i lupi, ma con il fatto che non si tiene in considerazione quello che sta accadendo, sempre più spesso».
Nel giro di dieci giorni è il terzo cane predato nella zona tra Meduno, Travesio e Tramonti. Sempre cani di cacciatori «ma quelle sono zone – conferma Mincin – frequentate anche da famiglie e ragazzi a piedi. Dobbiamo aspettare l’aggressione di una persona per fare qualcosa?».
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