Lutto in Chiavris, è morto il titolare del bar Al Ponte
Carlo Cisotto non c’è più. Il bar Al Ponte – esercizio in cui regnava in piazzale Chiavris, assieme all’inseparabile moglie Luciana De Cecco, dall’immediato dopo terremoto – l’aveva chiuso a cavallo tra fine 2013 e inizio 2014. Ora, però, ha chiuso bottega per sempre. E’ spirato l’altra sera all’ospedale civile di Udine per le complicazioni di una malattita che l’aveva costretto a interrompere la quasi quarantennale attività di pubblico esercente.
Partito l’antivigilia di Natale 2013 per uno dei viaggi esotici con la famiglia, anche con la figlia Cristina professoressa di lingue e letterature straniere che non disdegnava di dare una mano nel locale dei genitori, era stato costretto a un rimpatrio precipitoso. E il bar Al Ponte, accogliente locale della tradizione friulana dalla gestione familiare di diuturno impegno, era stato riaperto dai Cisotto solo per riordinarlo prima di passare la mano.
Nato a Gemona il 12 luglio 1949, nel giorno dei patroni di Udine («Sì, ma tu Ermacora e io Fortunato», come disse con una delle sue battute fulminanti a un amico avventore con cui condivideva il giorno di nascita), Carlo Cisotto avrebbe compiuto 66 anni tra una ventina di giorni. Venerdì, alle 10.30, invece nella “sua” chiesa parrocchiale di San Marco in Chiavris ne sarà celebrato il funerale. Sua la parrocchiale era perché Al Ponte, capace di cucina familiare a orario continuato oltre che del servizio bar, chiude – tuttora che è in ristrutturazione per la nuova proprietà – il sagrato e il campetto all’aperto della chiesa di San Marco. Tanto che il compianto parrocco di Chiavris don Gastone Candusso, soprattutto, aveva cercato di trattarne l’acquisto con Cisotto per metterlo al servizio della parrocchia, pure come mensa.
Paron Carlo, però, aveva tenuto duro tanto che il 10 novembre dell’anno scorso in sala Ajace era tra i premiati, come vuole la tradizione dal 1975, dall’associazione 50 & Più di Udine. Era tra gli udinesi a ricevere l’aquila d’argento per i 38 anni, fino al gennaio 2014, di gestione del bar Al Ponte in piazzale Chiavris.
«Ho iniziato l’attività a Gemona, nel panificio e pasticceria di mio padre – si raccontava nella cronaca di Giulia Zanello –; poi con il terremoto ci siamo trasferiti a Udine e il 5 agosto 1976 ho aperto il bar in piazzale Chiavris, che per quasi quarant’anni ho gestito assieme a mia moglie Luciana». Cisotto si definiva un «pensionato forzato» e confessava di sentire, in particolare, «la mancanza dei clienti e della compagnia degli amici del bar».
L’esercizio, adesso venduto, era in attesa della targa di riconoscimento quale locale storico e Cisotto stava valutando con attenzione a chi passare il testimone. «Vorrei portasse avanti la tradizione con la stessa passione con cui io stesso avviai l’attività – era infatti la sua speranza –, con tanta forza di volontà, una buona dose di pazienza e un sorriso da regalare ai clienti». Miglior epitaffio non poteva mettere sui suoi 38 anni di attività e sia di buon viatico per chi ristruttura in attesa di subentrare Al Ponte: ok geometra Cecutti?
Carlo ora che incontrerai di nuovo don Gastone, sepolto – ironia del destino – nella tua Gemona, ricordati di dirgli che hai venduto Al Ponte, pur se non alla parrocchia. E non alzare troppo il gomito, specie il destro: sai che mi ha dato sempre fastidio. Il 12 luglio, non preoccuparti, con Ermacora festeggeremo assieme a te.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto