Lutto nella medicina oggi l’addio a Enzo Petri

La passione per la medicina ha scandito la sua esistenza. E quella passione ha accompagnato il dottor Enzo Petri fino al suo ultimo respiro, domenica pomeriggio, quando la malattia che lo aveva...
Di Alessandra Ceschia

La passione per la medicina ha scandito la sua esistenza. E quella passione ha accompagnato il dottor Enzo Petri fino al suo ultimo respiro, domenica pomeriggio, quando la malattia che lo aveva colpito 7 mesi fa ha avuto il sopravvento sulla sua voglia di vivere. È morto a 62 anni lasciando un’impronta indelebile fra quanti hanno avuto modo di conoscerlo. A partire dai 1.300 assistiti nel comune di Campoformido fra i quali in questi mesi non si è registrata nemmeno una defezione. Nessuno ha chiesto di cambiare il medico curante, nonostante la malattia lo avesse costretto a riposo a dicembre. Per continuare con i tanti pazienti che seguiva alla Cardiologia riabilitativa dell’ospedale Gervasutta e quelli che sono passati attraverso il suo studio nel comune di Tavagnacco dove risiedeva.

Udinese, appassionato sin da giovanissimo alle materie scientifiche, si diplomò al liceo Marinelli, poi migrò a Firenze dove lo portarono i suoi studi accademici e dove si laureò alla facoltà di Medicina e chirurgia, come fece dopo di lui il fratello Roberto, primario della Chirurgia generale all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Quindi la specializzazione in Cardiologia che incrociò la Medicina generale prospettandogli un bivio che divise la sua esistenza.

«Lavorava all’ospedale militare quando ci conoscemmo – ricorda Duilio Tuniz, responsabile della Cardiologia del Gervasutta – lui teneva molto alla specialità, e voleva poterla esercitare, così è nata una collaborazione con il nostro istituto che è durata per 30 anni. Entusiasta, attivo, oltre che serio e preparato, Petri ha partecipato a tante iniziative, promuovendo campagne di informazione e progetti di educazione sanitaria». Un progetto su tutti, quello relativo alla valutazione e alla preparazione dei trapiantati di cuore destinati a partecipare alle competizioni sportive, addirittura nell’ambito dei campionati europei.

Una collaborazione proficua – constata il dottor Tuniz - tanto che gli era stato proposto di trasformarla in un rapporto di lavoro dipendente. Alla fine scelse la medicina di base e mantenne la sua attività al Gervasutta sotto forma di collaborazione esterna».

E in questo ambito, come ricorda la moglie Rita «non ha mai perso l’amore per la sua professione e l’entusiasmo con la quale era solito affrontarla. Quando a dicembre, appresa la gravità della sua malattia decise di ritirarsi – continua la moglie – lo fece per non danneggiare i pazienti, ma di fatto non ha mai smesso di informarsi sulla loro salute, di far loro visita».

Uomo di profonda onestà, capace di andare a fondo sulle questioni, così come lo ricorda la moglie dopo 42 anni di vita trascorsa insieme, Petri ha incardinato la sua vita intorno alla professione, la famiglia, i figli Cristina e Giacomo, e la profonda fede che ha scandito gli ultimi giorni della sua esistenza.

I funerali saranno celebrati oggi alle 16 nella chiesa della parrocchia di Feletto Umberto

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