M5S e Lega si contendono il governo. Crollo Pd, Renzi si dimette

ROMA. M5s primo partito con oltre il 32% dei voti. Centrodestra prima coalizione con circa il 37% dei voti, all’interno del centrodestra la Lega è largamente il primo partito con il 18% contro il 14% circa di Forza Italia. Crollo del centrosinistra che scende sotto il 20%. Un terremoto che porta il giorno dopo le elezioni Matteo Renzi a dimettersi da segretatorio del Pd. "Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all'interno del Pd". Ed è dunque "ovvio che io debba lasciare". "Non c'è nessuna fuga - dice Renzi - Terminata la fase dell'insediamento del Parlamento e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta".
"Il nostro posto - ammonisce il segretario dimissionario - è all'opposizione. Lì ci hanno chiesto di stare i cittadini italiani e lì staremo. Non faremo la stampella di forze antisistema".
Lega o M5s. E in effetti sono forti i dubbi sull'ingovernabilità del Paese dopo il voto. L'Italia che si sveglia dal voto del 4 marzo si trova a fare i conti con un deciso exploit del Movimento 5 Stelle e con una netta rimonta del centrodestra, in particolare della Lega. È una vittoria molto ampia per entrambi che ora si contendono l'incarico di formare un nuovo governo. Matteo Salvini, il cui partito ha triplicato i voti e sorpassato Forza Italia, non ha dubbi: "Il governo tocca a noi, la Lega ha vinto all'interno della coalizione e rimarrà alla guida del centrodestra". Il segretario leghista garantisce: "Lavoreremo per arrivare ad essere maggioranza". Quindi, fuga ogni dubbio su possibili mosse future che porterebbero la Lega verso i 5 stelle: "Escludo governi di scopo, governi a tempo, governi tecnici, istituzionali. Noi a governi minestrone non partecipiamo".
Fi: governo al centrodestra. Silvio Berlusconi - che ha incontrato Matteo Salvini nel pomeriggio ad Arcore - è d'accordo: "Il mandato di governo spetta a noi". "Le forze del centrodestra potranno rafforzare la coalizione che dovrà ottenere il mandato di governare l'Italia per far ripartire il nostro Paese", si legge in una nota di Forza Italia.
Di Maio: "Tocca a noi". "Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche, a partire dall'individuazione delle figure di garanzia che vorremmo individuare per i presidenti delle Camere", dice il leader M5S, Luigi Di Maio. Si dice convinto che il presidente della Repubblica "saprà guidare con autorevolezza e sensibilità questo processo". E ribadisce di "sentire la responsabilità di dare un governo all'Italia".
Il punto. Il centrodestra ha vinto quasi tutti i collegi uninominali del Nord Italia. Il Movimento 5 Stelle prevale in quasi tutto il Sud Italia, ad esempio vince nei collegi uninominali di Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna; per Luigi Di Maio plebiscito nell’uninominale per la Camera ad Acerra in Campania, dove conquista il collegio col 64% dei voti. Il centrosinistra è in testa in pochissimi collegi uninominali del Trentino Alto Adige, dell’Emilia Romagna, della Toscana e del Lazio. La coalizione, a guida Pd, non è in testa in alcun collegio uninominale di Umbria e Marche. I collegi uninominali sono 232 alla Camera e 116 al Senato. Gli altri si attribuiranno con il proporzionale. Per gli italiani all’estero sono riservati 12 deputati e 6 senatori.
I seggi. Secondo le stime al centrodestra andrebbero 250-260 seggi alla Camera (con la lega maggioritaria all'interno della coalizione rispetto a Forza italia) e 130-140 seggi al Senato. Al M5s andrebbero 230-240 seggi alla Camera e 110-120 seggi al Senato. Staccatissimo il centrosinistra guidato dal Pd con circa 110-120 seggi alla Camera e 45-55 seggi al Senato. Le maggioranza politica necessaria alla Camera è 316 seggi, mentre al Senato e di 158 seggi.
Chi vince e chi perde a sinistra. Sconfitto Massimo D'Alema nel suo collegio storico salentino di Nardò dove corre per l'uninominale al Senato per Leu. Per lui la percentuale si ferma al 3,9%, poco sopra la media regionale presa dal partito di Grasso, ed è ultimo tra i candidati. Nel collegio vince, come quasi ovunque in Puglia, il candidato del M5s, Barbara Lezzi (39.84%), secondo è il candidato del centrodestra, Luciano Cariddi (35,17%).
Tra le poche note liete per il centrosinistra, il largo successo di Paolo Gentiloni nel suo collegio romano: il premier ha superato il 40% staccando di oltre dieci punti l'antagonista di centrodestra, Luciano Ciocchetti fermo al 30,9. Angiolino Cirulli del Movimento cinque stelle è al 16,7%. Debacle invece per il minitro dell'Interno Marco Minniti, arrivato solo terzo nel collegio uninominale di Pesaro per la Camera, dove ha vinto Andrea Cecconi, del Movimento Cinque Stelle che ha preso il 34,8% dei voti. L'uomo dei Cinque Stelle è tra quelli coinvolti nello scandalo di rimborsopoli. A Firenze Matteo Renzi conquista il seggio senatoriale con il 44% e ampio distacco sul candidato del centrodestra Alberto Bagnai. Maria Elena Boschi è stata eletta nel collegio uninominale per la Camera a Bolzano con il 41,23%.
Lazio e Lombardia. In Lombardia continua il dominio incontrastato del centrodestra, che governa la Regione dal 1994 e si prepara a farlo per altri cinque anni con Attilio Fontana, l'ex sindaco di Varese, che ha vinto, a scrutinio ancora da terminare, con oltre il 53% dei voti. Il suo avversario di centrosinistra Giorgio Gori si ferma al 27,53, Dario Violi dei 5stelle al 16,23, Onorio Rosati di LeU all'1,79.
Nel tracollo nazionale del centrosinistra un fortino resiste ed è la Regione Lazio: Nicola Zingaretti, alla guida di un'ampia coalizione che comprende anche LeU, vince e fa il bis, primo governatore nel Lazio ad essere rieletto. Nella Waterloo del Pd Zingaretti tiene e strappa una vittoria sudata, partita in discesa ma finita in salita, con una Roberta Lombardi insidiosa e uno Stefano Parisi in rimonta che tenta fino all'ultimo di erodere il bottino di voti del governatore. "E' stata una rimonta straordinaria e bellissima, la differenza tra il voto politico e quello regionale oscilla tra 250 e 300 mila voti", dice alle dieci di sera il neo governatore bis parlando dal suo comitato elettorale confermando la sudata vittoria e rivendicando il suo risultato tutto personale.
Brogli voti all'estero, pm indaga. Intanto la procura di Roma ha aperto una indagine sui presunti brogli avvenuti nel voto in Canada, che fa parte della circoscrizione America Settentrionale e Centrale. Il fascicolo, coordinato dall’aggiunto Paolo Ielo, è al momento senza ipotesi di reato. Non è escluso che nel procedimento possa confluire anche la vicenda, denunciata dalla trasmissione televisiva "Le Iene", su analoghi episodi di broglio a Colonia e in Germania. La Digos, in questo caso, è stata incaricata di acquisire i filmati tv.
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