Ma la Carnia sperava di più per lo Zoncolan
TARVISIO. I detrattori del progetto Pramollo non mancano. C’è chi ritiene l’investimento per lo sviluppo del Passo un «regalo» al comprensorio sciistico carinziano, chi lo vede come il colpo di grazia per i poli Promotur, chi, ancora, solleva minacce di tipo ambientale.
Chiaro il concetto espresso dall’ex presidente di Promotur Stefano Mazzolini: «I soldi che andranno a Pramollo - attacca - la Regione avrebbe dovuto spenderli per migliorare l’offerta dei nostri poli sciistici. Invece, il Pd preferisce pensare allo sviluppo della vicina Carinzia. Credo che se davvero la telecabina sarà realizzata, nei primi anni non soltanto la società di gestione dell’impianto andrà in rosso, ma i poli sciistici friulani subiranno danni gravissimi in termini di presenze e quindi di entrate economiche. L’indotto, per un impianto - conclude - è dato dal passaggio di sciatori, che a Pontebba non potrà esserci vista la mancanza di piste sul versante italiano».
Critiche alla giunta regionale arrivano dalla Carnia, dove gli imprenditori locali, da Arta Terme a Ravascletto, si attendevano una maggiore attenzione verso il polo dello Zoncolan. «Perché non dare priorità ai poli già esistenti? - afferma Mauro Löwenthal, dell’Hotel Park Oasi di Arta Terme -. Questo dovrebbe essere il primo obiettivo della Regione, ma, a quanto pare, la politica va nel senso opposto. Pensare che la Regione possa tutelare gli interessi dei suoi cittadini appare oggi un miraggio».
Un certo scetticismo viene espresso anche dal Wwf: «L’impianto di risalita rappresenta un cospicuo onere per le esauste casse regionali, il sistema Pramollo è palesemente concorrenziale rispetto allo scalcinato sistema Promotur costato al Fvg centinaia di milioni di euro, e lo sci da discesa, per un complesso di ragioni, è in estremo affanno. Detto questo - chiariscono gli ambientalisti - è doveroso pretendere che gli interventi approvati non si configurino come palese contraddizione con gli impegni elettorali della giunta Serracchiani in fatto di stop al consumo del suolo e tutela del paesaggio». (al.ce.)
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