Ma l’assessore Vito bacchetta Legambiente

La replica della giunta: disinformati, stiamo investendo molto denaro per aggiornare il sistema idrico

UDINE. Un quadro «non aggiornato», secondo l’assessore all’Ambiente, Sara Vito, quello a disposizione di Legambiente, rispetto all’impegno della Regione Fvg in tema di ambiente in generale, e di aggiornamento del sistema idrico, impianti di depurazione compresi.

«Goletta Verde - è stato il commento dell’assessore Sara Vito, intervenuta in merito alle conclusioni espresse da Legambiente al termine del monitoraggio delle coste della regione più a nordest d'Italia - consegna una fotografia del territorio senza essere in possesso di un quadro aggiornato dell’impegno che la Regione ha profuso in questi primi due anni di Giunta Serracchiani, tanto da permettere al Servizio idrico regionale di compiere importanti passi in avanti».

Inquinamento, la Regione rischia una multa di 66 milioni

Citando il presunto rischio di infrazioni comunitarie ipotizzato da Goletta Verde, Vito ha ricordato che si rifarebbero a procedure risalenti addirittura al 2004, quando invece il confronto attivato con i ministeri Ambiente e Sviluppo economico ha sbloccato risorse ferme da tempo con la sigla di due importanti accordi di programma. Il primo mette a disposizione 50 milioni di euro per il depuratore di Servola che, oltre a Muggia e San Dorligo, serve l’intera città di Trieste.

L’altro accordo, per un importo di 25 milioni di euro, risponde alle criticità più urgenti in provincia di Udine e di Pordenone e consisterà in un intervento nella zona di Cervignano, anch’essa oggetto di una vecchia procedura di infrazione.

«Concluderemo a breve - ha aggiunto l’assessore - la stipula di un ulteriore accordo di programma che interesserà l’Isontino ma, in generale, queste azioni prioritarie rispetto alle criticità rilevate dalla Ue sono la prima risposta concreta a questo tema».

E mentre Vito si sofferma sui problemi più datati, il M5S solleva un’altra emergenza, quest’ultima relativa alle Grotte Carsiche diventate ricettacolo di rifiuti e trasformate in depositi di idrocarburi. «Da 15 anni, grazie al Club Alpinistico Triestino, siamo a conoscenza - segnala Ilaria Dal Zovo, portavoce del Movimento - che sul Carso triestino sono almeno 359 gli ipogei naturali che versano in uno stato di degrado allarmante mentre in provincia di Gorizia sono presenti 18 grotte ampiamente compromesse. Di fonte a questo scempio bisogna avviare immediatamente un monitoraggio delle grotte inquinate e avviare la loro bonifica».

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