Magnano, i “Balarins de Riviere” al traguardo dei 50 anni
MAGNANO IN RIVIERA. Sono passati cinquant’anni da quel 1965, quando don Domenico Zannier decise che era necessario diffondere fra i giovani i valori popolari delle Valli del Torre e del Cornappo, ispirando la creazione di un gruppo folcloristico: i “Balarins de Riviere”.
Danzerini e suonatori della “Riviera” ossia del versante che va da Coia, frazione di Tarcento, fino ad Artegna, area caratterizzata da colline verdi e frutteti in fiore, da spazi dedicati alle coltivazioni tradizionali. Riviera operosa, che per anni si è dedicata, e ancora continua a farlo, alla vita contadina dove il gruppo ha tratto la sua forza e le sue origini, luogo in cui vi è stata contaminazione con le antiche parlate friulane e slave.
Cinquant’anni, un traguardo importante, trascorso anche con qualche difficoltà come il distaccamento per divergenze interne di alcuni membri del gruppo, che poi hanno dato vita a una entità a se stante, ma anche con tante grandi soddisfazioni. Prima fra tutte quella di aver avuto in questo mezzo secolo di vita abbastanza forza da non scomparire, di non essersi piegati neanche davanti alla tragedia del terremoto, di essere stato per anni un punto di riferimento per i ragazzi della Riviera, di aver continuato ad accogliere nuovi giovani e di aver tramandato loro, generazione dopo generazione, i balli e i canti tradizionali di una terra che altrimenti sarebbero andati dispersi.
«In quel lontano 1965 in Friuli si respirava un’atmosfera di speranza e di rinascita – ha commentato Zannier – . Era stata istituita la Regione Friuli Venezia Giulia, che si credeva un fatto positivo per la specialità culturale ed economica del territorio.
Era iniziata la battaglia per l’Università di Udine, la Scuele Libare Furlane aveva suscitato in diversi paesi l’amore per le tradizioni popolari e per l’identità linguistica nel campo dei ragazzi e dei giovani, rifiorivano e si costituivano nuovi cori, la coscienza della friulanità si era ravvivata.
Per una identità etnica il folclore era indispensabile e in un programma mirante alla presa di coscienza della specificità culturale friulana, non poteva venir trascurato. L’idea venne accettata da giovani aperti e volenterosi, che io chiamerei tutti insieme fondatori del gruppo, che in realtà era scuola, arte e idealità.
Non si trattava di un semplice assieme coreografico per sagre di paese, ma di un gruppo consapevole di portare valori e di proporli anche agli altri, come il diffondere la danza popolare, il canto, le usanze e compiere ricerche nel passato del nostro popolo. Inoltre tutto era visto in modo creativo, senza perdere la genuinità e senza finire nel puro spettacolo. In questi cinquant’anni si sono fatti miracoli con pochi mezzi, si sono assorbite tensioni, si è mantenuta l’unione, accresciute concordia e armonia. Il merito va ripartito tra presidenti, soci, collaboratori, simpatizzanti e pubblico.
L’attività formativa rinnova e fa crescere il vivaio che garantisce la continuità nel passaggio delle generazioni, e degli eventuali congedi».
A Magnano in Riviera e non solo, tutti nella propria famiglia hanno avuto almeno un componente – nonno, zia, cugini, mamme o papà – che ha fatto parte di questa realtà e proprio per questo nel fine settimana la grande festa per il 50º compleanno del gruppo sarà vissuta da una comunità intera, pronta insieme ai membri che compongono i Balerins de Riviere di oggi, a spegnare le candeline di mezzo secolo di attività.
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