«Magnolie, basta denigrare il quartiere»

Udine, i commercianti di via Roma e dintorni insorgono: le campagne allarmistiche danneggiano chi lavora e abita nella zona

UDINE. I commercianti non ci stanno. E criticano il “Comitato civico Borgo stazione” e quanti, come i consiglieri comunali di Identità civica e Pdl, hanno alimentato negli ultimi giorni una nuova protesta sul degrado di una delle zone più multi-culturali di Udine. «E’ in corso una campagna denigratoria contro il quartiere che fa male a noi esercenti, ma anche ai residenti, le cui case saranno deprezzate», dice dalla sua gioielleria Gaetano Allegra, vicepresidente del comitato del quartiere delle Magnolie, il gruppo di commercianti che ogni anno organizza l’omonima festa. E spiega: «I problemi di cui parlano alcuni abitanti non sono di sicurezza, ma di educazione civica, e dunque di saper vivere e convivere assieme».

Allegra, che in via Roma lavora da 26 anni ed è titolare di una gioielleria all’altezza dell’incrocio con via Battistig, dice che non bisogna lasciarsi andare ad allarmismi che creano l’immagine di un quartiere pericoloso. «Il posto di polizia fisso non è la soluzione. Qui c’è un continuo passaggio di forze dell’ordine e sinceramente, nonostante la mia particolare attività, mi sento sicuro», afferma guardando la porta aperta della sua oreficeria. Fuori il viavai delle persone è continuo e gli accenti, in minoranza quelli italiani, si mescolano.

Pochi civici più in là, andando verso la stazione, è critica anche Mara Tacchetto, titolare del bar Topkapi. «Sono arrivata dal Veneto nel 1978. E negli anni ’80 e ’90 qui era peggio: giravano più droga e prostitute in quei tempi», racconta. E prova a darsi una riposta alle critiche piovute in questi giorni sul rione: «Ho l’impressione che ci sia l’intenzione di distruggere l’immagine di questo quartiere, forse è una strumentalizzazione. Ma è da qualche anno che va avanti così. E intanto io non lavoro più dopo le otto e mezza di sera e sono costretta ad abbassare le serrande».

Chi lavora anche dopo le 20 è il gestore del Mc Donald’s all’angolo con viale Europa Unita. «E’ normale che alla sera qui ci sia più confusione rispetto alle altre zone della città, siamo pur sempre vicino alle stazioni dei treni e degli autobus», dice Daniele Strizzolo. E aggiunge: «Sembra che qui siamo nel Bronx e invece non è vero. In questi anni non ho mai assistito a gravi episodi di violenza».

Anche l’allarme sul “ritorno” del fenomeno della prostituzione, secondo Strizzolo, è un’invenzione. «Le prostitute ci sono da sempre. Ora improvvisamente qualcuno si sveglia e se ne accorge. Questa pubblicità negativa è fastidiosa e nociva per tutti noi. Siamo stufi e indignati». Nel suo fast-food la metà dei dipendenti non è di nazionalità italiana. «Lo ripeto da anni - spiega - nel quartiere c’è integrazione».

«Certo, adesso sentire qualcuno che entra e parla in friulano fa quasi tenerezza», dice nel suo negozio di abbigliamento HSport, Lucio Zanelli. Anche lui, lavorando in via Roma da 30 anni, ha una memoria storica della via e ne legge già i futuri cambiamenti. «Non nego che ci siano dei problemi e qualche piccolo furto è avvenuto anche nel mio negozio. Ma vedo soprattutto come questa zona stia diventando più attraente per i negozianti cinesi», spiega e fa la conta di quanti esercenti provenienti dall’Estremo Oriente abbiano aperto le serrande in via Roma.

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