«Mai prestare e perdere d’occhio la tessera»

Il colonnello Commentucci invita a una maggiore attenzione: le frodi più gravi sono opera dei distributori

GEMONA. «Il meccanismo applicativo con cui è gestita l’erogazione del carburante agevolato con la Legge regionale 47/96 si presta facilmente a pratiche fraudolente da parte dei soggetti coinvolti e, in particolare, da alcuni distributori di carburanti». È tranchant il commento del comandante provinciale della Guardia di finanza di Udine, colonnello Stefano Commentucci, rispetto all’ultima operazione conclusa sul territorio provinciale.

La premessa vale ogni qualvolta si parli di denari pubblici. «In tutti i processi e le fasi attinenti la spesa pubblica è quasi “fisiologico” che vi siano aspetti di irregolarità». E in questo senso, la cosiddetta “benzina regionale” «non rappresenta certo un’eccezione» e merita anzi un’attenzione particolare «per la relativa facilità con cui possono essere condotte siffatte pratiche illegali». Pratiche di cui peraltro gran parte dell’utenza non sospetta nemmeno l’esistenza.

«L’opinione pubblica – afferma Commentucci – ritiene che la frode più diffusa sia un “uso improprio” da parte dei titolari delle tessere per il rifornimento della benzina, che possono “estendere” tali rifornimenti a persone e autoveicoli non aventi diritto alle agevolazioni: ad esempio, a parenti e conoscenti in visita in Friuli. Ma, per quanto illeciti e costituenti reato – continua –, queste condotte non sono connotate da una gravità come altre, di minore cognizione pubblica, scoperte negli ultimi anni dalla Guardia di finanza e che hanno come autori gli stessi titolari dei distributori. Condotte – aggiunge – accertate solo grazie all’impegno profuso dalla Procura della Repubblica di Udine, che ha delegato specifiche indagini».

È lo stesso comandante provinciale a spiegarne il meccanismo. «I distributori di carburante normalmente hanno una parte di fatturato erogato a soggetti residenti in Regione a “prezzo ridotto” e che viene rimborsato con denaro pubblico, e un’altra erogate a restanti soggetti a “prezzo pieno”. In pratica – dice Commentucci –, la truffa si perfeziona facendo fraudolentemente “traslare” le erogazioni eseguite a “prezzo pieno” a “prezzo agevolato”, godendo pertanto indebitamente del rimborso della Regione». Come evidenziato nell’indagine delle Fiamme gialle di San Giorgio, ciò può avvenire mediante due modalità. «La prima – è sempre Commentucci –, con la cosiddetta “doppia passata” della tessera a microchip che i cittadini consegnano ai titolari degli impianti per fare i rifornimenti. Chi effettua il rifornimento utilizza una prima volta la tessera del cliente, contabilizzando l’effettiva erogazione e certificandola con lo scontrino rilasciato al cliente. Ma, un attimo prima di riconsegnare la tessera, l’operazione appena conclusa viene annullata e se ne attiva un’altra contabilizzando una maggiore somministrazione di carburante rispetto a quella reale, all’insaputa dello stesso automobilista».

Non meno redditizia la seconda modalità. «Il distributore si “procura” tessere di terzi soggetti, cioè parenti o amici – continua – per effettuare rifornimenti “fantasma” di benzina agevolata per autovetture che non hanno mai effettuato alcun rifornimento, facendo quindi figurare fittiziamente erogazioni di carburante “agevolato”. Tali condotte – ricorda il colonnello – risultano diffuse sul territorio, come rilevabile anche da monitoraggi condotti tramite la Camera di Commercio di Udine, con cui c’è una costante e proficua collaborazione, che palesano la presenza di aree in cui nel periodo estivo alcuni distributori aumentano considerevolmente i fatturati per l’arrivo di vacanzieri non residenti, e tuttavia i rapporti tra benzina erogata “regionale” e “non regionale” non sempre subisce, proporzionalmente, variazioni in tal senso».

Ed è sempre Commentucci a ricordare come «la repressione di tali condotte, per le quali si rischia anche quattro anni di reclusione, richieda indagini, proficuamente esperibili solo tramite la Procura» e come, pertanto, «sul piano della prevenzione «si ravvisi la necessità di una loro migliore cognizione anche da parte dei possessori delle tessere, che non dovrebbero, come già fanno con le carte di credito, “prestarle a terzi” e “tenerle sempre d’occhio” all’atto del loro impiego».

La conclusione? «La benzina regionale palesa indubbi vantaggi di natura economica per il territorio, per gli operatori del settore e per gli stessi consumatori – afferma Commentucci –, ed è pertanto un peccato che a causa di alcune condotte truffaldine si arrechi un danno che si può riflettere anche su un piano non solo squisitamente patrimoniale nel sistema di agevolazione in rassegna, di cui godono i residenti nel Friuli Venezia Giulia».

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