Malattia inesorabile, addio a Felice Cavallini: rese grande lo Ial Fvg

Per dieci anni ha combattuto contro una malattia inesorabile. Fondò la scuola alberghiera di Aviano

Pordenone piange la scomparsa di Felice Cavallini, classe 1948: per dieci anni ha combattuto contro una malattia inesorabile. Sotto la sua guida lo Ial Fvg è diventato il primo ente di formazione professionale in regione. Nato a Modena in una famiglia numerosa, ha vissuto a Porcia. Si è sposato con Nives Piva. Insieme hanno cresciuto i loro tre figli: Martina, Rossella e Paolo.

Dal 1978 al 2010 Cavallini ha guidato lo Ial Fvg, come direttore generale e presidente. Poi si è dedicato ad altri progetti legati all’accoglienza. Al suo arrivo, lo Ial aveva due centri, uno a Casarsa e uno a Gemona del Friuli, con una trentina di dipendenti. Con la sua direzione l’ente ha aperto nove sedi ed è arrivato a 400 dipendenti. Renata Del Regno, responsabile della comunicazione per lo Ial in pensione, lo ha ricordato come «una persona capace di grandi visioni», dall’analisi lungimirante.

È stato Cavallini a fondare la scuola alberghiera di Aviano, lui ad avviare i master in computer science e business administration negli anni Novanta, quando la formazione professionale non veniva considerata. Sua l’idea della formazione serale per gli adulti, con il claim «si cresce un po’ ogni sera», suo il titolo del catalogo «i colori della formazione». Da Cavallini è arrivato l’input anche per i primi corsi post diploma e post laurea. Nel cda dello Ial ai tempi di Cavallini sedeva Lorenzo Garziera, sindacalista della Cisl, ora in pensione.

«È stato l’uomo che ha fatto crescere e radicare la presenza dell’ente di formazione della Cisl in tutti i territori della regione – Garziera ha ricordato così Cavallini – e questa sua politica di sviluppo ha consentito allo Ial di reggere tutte le sfide nel campo dell’evoluzione della formazione.

Mentre gli Ial delle altre regioni sono andati progressivamente in crisi, Cavallini è riuscito a consolidarlo e a svilupparlo». Garziera ha sottolineato che Cavallini non è stato solo «un personaggio chiave» per lo Ial, ma anche «una persona di grande competenza, un interlocutore formidabile per la Regione» che «ha contribuito anche con il suo impegno personale a fare evolvere le politiche formative in Fvg».

«È stato anche un carissimo amico – ha aggiunto Garziera –. Un uomo di carattere, di grande tenacia, lavoratore indefesso, non ha mai lesinato il proprio tempo per sostenere la formazione. Ho avuto modo di apprezzare le sue doti e capacità. Sono vicino alla moglie Nives, ai figli e ai nipoti, che durante la lunga malattia sono sempre stati al suo fianco».

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