Malesseri tra i lavoratori e auto coperte da macchie a Chions

CHIONS. Da oltre un anno alcune aziende della zona industriale di Villotta di Chions segnalano alle istituzioni la presenza, seppur sporadica, di forti esalazioni di natura chimica nell’aria e all’interno degli stabilimenti. Quando il fenomeno è percepito, i dipendenti accusano mal di testa e problemi respiratori. Le loro auto da tempo sono coperte di piccole macchie, che non riescono a eliminare.
Arpa e Azienda sanitaria sono giunte sul posto in più occasioni. Comune e polizia locale sono stati interessati. Le aziende hanno più di qualche sospetto sull’origine di odori e quant’altro nell’aria. Eppure, ancora non si è arrivati al dunque.
Una delle aziende più esposte al forte odore è la B Light, che conta una trentina di dipendenti ed è situata all’ingresso della zona industriale. Il titolare, Roberto Tesolin, rileva questa situazione dal 2015. «E’ un problema di salute pubblica – osserva –. Nelle occasioni in cui si avverte l’odore acre, non si riesce a stare neppure all’interno dello stabilimento.
Ai dipendenti bruciano gli occhi e la gola. Tanto che in un’occasione una dipendente è dovuta tornare a casa. Le auto nel parcheggio sono cosparse di puntini colorati, che non si riescono a togliere né dalla carrozzerie né dai finestrini».
La prima comunicazione a polizia locale e Arpa risale al febbraio 2016. Già allora si descriveva questo tipo di «situazioni sgradevoli», tanto che alcuni dipendenti «rifiutano di venire a lavorare in condizioni malsane». Poi un’altra decina tra mail e telefonate con Arpa, Aas 5 e Comune. I sopralluoghi sono avvenuti a più riprese. E ancora il fenomeno, in certe giornate, si ripresenta.
«Tra giovedì e venerdì della scorsa settimana non si riusciva a stare all’aria aperta», ha confermato il dipendente di un’altra azienda, pure lui mostrando le macchie presenti sulle auto. Da tempo i sospetti di queste aziende cadono su un’impresa. Il Comune ne è a conoscenza. Anche giovedì una delegazione ha incontrato il sindaco Renato Santin. Chi segnala il fenomeno si sarebbe atteso un’azione più incisiva, guardando al tempo passato. «La prossima settimana – aggiunge Tesolin –, dopo una valutazione con i legali, presenteremo una denuncia».
Ma il Comune poteva fare di più? «La situazione mi è stata segnalata a luglio – afferma il sindaco –: subito ho chiesto verifiche all’Arpa. Ma in seguito non ho avuto, su richiesta, alcuna risposta. La scorsa settimana un’azienda ha comunicato a Comune, Regione, Arpa e Aas 5 che, per un guasto che sarebbe stato riparato in poche ore a un sistema filtrante, avrebbero dovuto utilizzare i camini.
Ciò ha generato proteste. Da quanto ne so, i vari controlli non hanno avuto alcun effetto, in quanto avvenuti il giorno dopo le segnalazioni. Perché possa emanare un’ordinanza a tutela della salute pubblica devono esserci riscontri attestati. Non si possono fare processi alle intenzioni. Ho suggerito di formulare una nuova istanza alla polizia locale. Così potremo dare il via a un pressing di controlli».
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