Malika Ayane: «A Lignano farò uno show stile anni 20»

La cantante venerdì alla Beach Arena
«In Friuli ho un’amica
che vende dischi in un borgo rurale»

È davvero deliziosa Malika Ayane, nel suo vestitino estivo bianco, coi capelli biondi platinati, un sorriso luminoso e gli occhi freschi. Nell’imminenza del concerto alla Beach Arena di Lignano, venerdì per le Golden Nights, la incontriamo virtualmente il mattino presto, alle prese con un distributore automatico di benzina.

Una leggenda metropolitana vuole che gli artisti si sveglino non prima di mezzogiorno. Tu invece, di buon’ora, sei già una forza della natura. Ma cos'hai messo nel caffè?

«Me lo sto chiedendo anch'io... Forse è l'energia dell'esperienza radiofonica, appena conclusa, Sold Out. Incidenti di percorso, un programma tutto mio andato in onda su Rai Radio 2. Comunque essere mattiniera e costantemente di buon umore fa parte del mio carattere».

– La radio: un'avventura che ripeterai?

«È stata un'esperienza bella e formativa e spero davvero di poterla rifare. Sembra che il programma abbia avuto molto successo, io ho ricevuto un sacco di mail che mi hanno ringraziato per la cura delle scelte, per aver trasmesso anche musiche che di norma non vengono proposte. Trovo che la radio sia un mezzo di comunicazione straordinario».

Alla fine di un tuo concerto in castello a Udine, sorridevi divertita notando quanti tuoi cd il pubblico aveva in mano per farseli autografare...

«È vero! Ricordo che ho detto al mio manager: ma qui a Udine si comprano ancora i dischi! Erano tantissimi! Ma ti dirò di più: sono tornata più volte in Friuli, anche perché ho un'amica che ha un negozio di dischi, anche in vinile, in un piccolo borgo rurale, accanto a un corso d'acqua. Ho fatto un sacco di acquisti e soprattutto ne ho approfittato per ammirare i colori della campagna friulana. L'ultima volta, dato che la sua gatta aveva avuto una cucciolata, oltre ai dischi sono tornata a casa con due piccolissimi micetti, che adoro letteralmente».

– Un negozio di dischi ancora aperto nel 2013 è qualcosa di “eroico”. Possiamo citarlo?

«Volentieri: si chiama Discorso».

– Parliamo adesso del concerto di venerdì. Con la band al completo?

«Ringrazio molto chi organizza iniziative gratuite, come questa. Con me ci saranno dieci strumentisti eccellenti. Ci presenteremo in “modalità anni Venti”, immersi in una scenografia che sarà una sorta di trasposizione di un giardino, che mi è venuta in mente guardando il film di Claude Lelouch Una vita non basta. Una sorta di parco che è un “non posto” da quadro impressionista. Una spiaggia che diventa un teatro, una scatola dei sogni».

– C’è chi ti trova particolarmente convincente nelle covers e nei brani scritti per te da Pacifico, Conte e Sangiorgi, mentre forse manca un fil rouge nel resto della tua produzione...

«Adesso sto scrivendo molto di più. Prima mi occupavo prevalentemente degli arrangiamenti, ma ultimamente sento anch'io l'esigenza di scrivere. Come per esempio nel brano E se poi (le è valso pochi giorni fa il Premio Lunezia, ndr) e in molti testi di Ricreazione. Mi auguro che vi piaceranno le nuove cose che stanno nascendo dalla mia penna».

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