Malore al Giro del Friuli, muore Andrea Pinarello

STARANZANO. Il mondo del ciclismo è in lutto. Piange la scomparsa di Andrea Pinarello, 40 anni, il più giovane di tre fratelli figli dell’ex professionista Giovanni, il “re” delle biciclette. Il decesso è avvenuto nella tarda mattinata di ieri, a Staranzano, dove era posto il traguardo della prima tappa del Giro del Friuli per cicloamatori, partita da Tavagnacco.
Andrea Pinarello aveva concluso la gara regolarmente, sotto lo striscione posto davanti alla filiale della Banca di credito cooperativo, nelle vicinanze della nuova rotatoria. Nulla lasciava presagire quanto è, poi, accaduto. L’uomo, secondo alcune testimonianze, ha perso per un attimo conoscenza e si è accasciato a terra. Si è subito ripreso e ai primi soccorritori - il personale sanitario di un’ambulanza e di un’automedica - sembra abbia anche rivolto un gesto con la mano, come a dire che la situazione era sotto controllo. Ma è stato un attimo. E’ di nuovo stramazzato a terra e questa volta non si è più rialzato.
I sanitari hanno tentato disperatamente di rianimarlo, sotto gli occhi degli altri corridori che seguivano senza fiato le fasi dei soccorsi. Pinarello è stato, quindi, caricato sull’ambulanza che a sirene spiegate si è precipitata verso l’ospedale San Polo di Monfalcone. Ma, purtroppo, il prodigarsi di medici e infermieri non è servito. Pinarello, da quanto si è appreso, è stato stroncato da un infarto.
La notizia ha gettato nello sconforto i familiari del quarantenne trevigiano e tutta la carovana del Giro. «Oggi corro per te, Nevio: voglio farti un regalo», aveva detto lo stesso Andrea al patron della manifestazione, Nevio Cipriani, poco prima del via, ignaro che quelli di ieri sarebbero stati i suoi ultimi chilometri in sella ad una bici, la passione che lo aveva conquistato in tutti questi anni. La gara e i suoi mille risvolti sono passati immediatamente in secondo piano di fronte alla tragedia consumatasi davanti a compagni e amici che oggi, in occasione della seconda tappa, ricorderanno il collega con un minuto di raccoglimento prima del via. Un piccolo gesto per testimoniare l'affetto verso un uomo dai modi gentili e dalla passione genuina per il ciclismo.
L’azienda Pinarello, oggi nota a livello mondiale, nacque per opera di papà Giovanni, alla fine degli anni Quaranta, a Catena di Villorba. Nel periodo del boom economico del dopoguerra, anche il nome della casa trevigiana cominciò ad acquisire una certa notorietà nel campo delle due ruote e Pinarello intuì che quello era il momento di entrare nel mondo delle sponsorizzazioni. Il primo grosso successo a livello professionistico risale al 1966 ed è la vittoria al Tour de l´Avenir in Francia per merito di Guido de Rosso. La vittoria finale ed alcuni successi parziali al Giro del ´75 fecero balzare la notorietà della Pinarello a livelli mai raggiunti fino a quel momento.
L´inizio del decennio successivo portò subito degli ottimi risultati in campo ciclistico: il marchio Pinarello, per la prima volta da quando venivano seguiti i club professionistici, comparve sulla maglia come secondo sponsor ufficiale, a fianco del nome Inoxpran. Era una squadra estremamente competitiva che fin dall´inizio si aggiudicò molte corse a livello internazionale, anche se l´anno strepitoso fu quello successivo: nel 1981, infatti, tra i numerosi successi, la doppietta Vuelta di Spagna e Giro d´Italia di Giovanni Battaglin che si consacrò uno dei big del ciclismo internazionale.
Ma i trionfi dell’azienda veneta non conoscono confini: le bici Pinarello sono state fornite a campioni del calibro di Basso, Petacchi, Indurain, Delgado, Riis, Bertoglio. Attualmente, fra i professionisti, corrono con le Pinarello il team Sky e la Movistar top team.
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