Maltempo, dal Governo arrivano 6,5 milioni: "E' un acconto". I danni ammontano a 500 milioni
UDINE. Massimiliano Fedriga nei panni di Commissario straordinario per la gestione del post emergenza, mutuando quanto avvenuto – parola del vicepresidente con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi – «nel 2003 in occasione dell’alluvione in Valcanale quando il costo complessivo delle opere toccò i 450 milioni di euro», trova il placet complessivo del Consiglio regionale che – al di là di una stilettata targata Pd sull’ammontare dei fondi stanziati da Roma – si muove lungo una sostanziale condivisione in relazione alle mosse da attuarsi in Carnia, nel Pordenonese e lungo il litorale.
L’Aula di piazza Oberdan ha cambiato l’ordine del giorno in corso d’opera per consentire, a pochi giorni dall’avvio dell’analisi della legge di Bilancio regionale e in particolare nazionale, una discussione concreta sugli interventi effettuati nei giorni dell’emergenza e, soprattutto, su quelli ancora da mette in campo.
Fedriga, da parte sua, dopo essersi detto «orgoglioso di rappresentare una Regione che, anche a livello politico, sta dimostrando grande senso di responsabilità e di unità in queste circostanze difficili per tutta la comunità» ha promesso interventi seri e veloci sul tema più spinoso: i fondi.
Perché con oltre 700 mila metri cubi di legname distrutto, una stagione invernale alle porte e un sistema infrastrutturale da rimettere completamente in pista servirà «almeno mezzo miliardo» secondo le stime di Riccardi che sottolinea pure un altro punto fondamentale e cioè quello «di poter derogare dalle disposizioni vigenti per rispondere celermente ai problemi».
Fedriga lo sa bene, ricorda come dal suo punto di vista «i 6,5 milioni dello Stato siano soltanto un acconto, ma considerato come rappresentino il secondo stanziamento più corposo, dopo quello a favore del Veneto, diventano un riconoscimento importante», ma assicura che la Regione «è a stretto contatto con il Governo per ottenere nuovi stanziamenti in legge di Stabilità» e si muoverà, per conto suo, anche all’interno «di quella regionale».
Interessante, anche se forse di difficile attuazione nella sua totalità, l’idea di Progetto Fvg. Il capogruppo della civica Mauro Di Bert ha infatti proposto che il mezzo miliardo di danni venga coperto per metà attraverso un contributo diretto dello Stato e per l’altra metà «grazie a un mutuo acceso dalla Regione mettendo a carico dello Stato stesso la quota di ammortamento».
Quanto ai fondi già stanziati dal Governo, invece, il capogruppo ha evidenziato come sia vero che «sono pochi, ma anche che averli messi a disposizione, per le prime operazioni di emergenza» con questa velocità rappresenti comunque «un grande risultato».
L’analisi della situazione per il Pd, e il punto di vista democratico, ieri è arrivato con le parole di Sergio Bolzonello. «Ora è il momento del futuro – ha detto –. Gli interventi da mettere in campo sono molti e i soldi a disposizione pochi. È necessario chiedere al Governo la nomina di un commissario che guidi l’opera collettiva, tra pubblico e privato».
Il capogruppo dem ha sottolineato diversi temi rispetto ai quali è necessario intervenire – dalle reti elettriche all’eliminazione del legname fino agli indennizzi – sottolineando, attraverso l’unica vera stilettata della giornata, come questi problemi si scontrino con i pochi soldi a disposizione. «I 253 milioni annunciati dal Governo – ha concluso –, di cui soltanto 53,5 disponibili e un riparto per il Fvg di 6,5 milioni, oltre al positivo investimento di 10 milioni da parte della giunta, non ci permettono nemmeno di iniziare a ragionare.
Abbiamo l’esigenza di spingerci su ragionamenti più forti. Il Governo deve garantire poteri commissariali e se Fedriga deciderà di andare verso questa strada troverà sicuramente da parte del Pd una condivisione anche di natura politica».
Cristian Sergo (M5s) si è soffermato sulla «catastrofe del legname» che desta preoccupazione sia «dal punto di vista ambientale che economico», Maddalena Spagnolo (Lega) ha ricordato «i danni registrati nel litorale», al pari di Claudio Giacomelli (Fdi) che ha invitato la giunta a prendere in considerazione anche la «situazione delle coste».
E se Giuseppe Nicoli (Fi) ha posto l’attenzione sulle infrastrutture locali, Tiziano Centis (Cittadini) ha ricordato la situazione del lago di Barcis, mentre Giampaolo Bidoli (Patto) ha chiesto più fondi dallo Stato e Furio Honsell (Open-Sinistra Fvg) ha evidenziato come a suo dire bisognerebbe mettere a punto un programma strategico specifico, evitando «gestioni rapsodiche delle emergenze».
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