Maltempo, i sindaci incontrano il presidente Mattarella: "Dateci gli stessi poteri del 1976"

Trieste, i primi cittadini hanno parlato qualche minuto con il Capo dello Stato in Prefettura. Brollo: per la ricostruzione il Governo ci consenta di seguire il modello del terremoto del Friuli

TRIESTE. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha abbracciato i sindaci della Carnia ferita. Un incontro di pochi minuti, ritagliato nelle pieghe del cerimoniale per la visita del 4 novembre, organizzato grazie ai buoni uffici del prefetto di Udine Angelo Ciuni e svoltosi, domenica 4 novembre, nella sala azzurra della prefettura di Trieste, subito dopo la fine della parata in piazza Unità e il sorvolo delle Frecce Tricolori.



Il Capo dello Stato ha voluto sentire dalle voci dei primi cittadini (alcuni, quelli dei centri più disastrati sono rimasti in montagna a coordinare le emergenze, ma erano comunque rappresentati) cosa è accaduto e quali sono le necessità e le esigenze delle popolazioni in difficoltà. È stato il presidente dell’Uti carnica, nonchè sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo, a parlare più a lungo con Mattarella.

«Avevo portato con me una copia del “Messaggero Veneto” - ha detto - e ho mostrato la prima pagina al presidente. Gli ho detto “noi siamo questi qui, siamo come gli abeti che sono rimasti in piedi, si piegano ma non si spezzano”. Il capo dello Stato è rimasto impressionato dalle foto dell’alluvione, ha dimostrato una grande sensibilità umana per quanto stiamo vivendo, ha sottolineato che c’è la vicinanza di tutto il Paese alla Carnia, al Friuli e alle genti colpite e ha fatto capire che sa che siamo capaci di rimboccarci le maniche e siamo pronti a rialzarci».

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Brollo ha fatto anche una richiesta più politica al Colle. «Per risollevarci in tempi brevi - ha spiegato il primo cittadino del capoluogo carnico - abbiamo bisogno di una normativa speciale che ci consenta di realizzare i lavori velocemente. Ho fatto l’esempio del modello del terremoto del ’76 e quello della statale 52 bis che porta al passo di Monte Croce e all’Austria. La strada, dopo le piogge dei giorni scorsi, era danneggiata, siamo riusciti a riaprirla in 16 ore, grazie all’intervento tempestivo di una ditta del posto. Se avessimo seguito le procedure “normali” per portare a termine quei lavori di ripristino avremmo impiegato mesi.

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Ecco non è un capriccio avere un commissario o una legislazione speciale, ma c’è la necessità di avere burocrazia zero per completare le opere che sono indispensabili e che richiederanno molti sforzi e anche tanti finanziamenti». Brollo, infine, ha ricordato a Mattarella il comma dell’articolo 44 della Costituzione che recita “la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”, che fu proposto dal senatore carnico Michele Gortani, membro dell’Assemblea costituente. «Al presidente della Repubblica si sono illuminati gli occhi - ha riferito ancora Brollo - mi ha risposto “voi che abitate in montagna vi meritate provvedimenti a favore a prescindere da questo evento calamitoso».
 

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In prefettura a Trieste hanno avuto modo di stringere la mano al presidente anche i primi cittadini di Verzegnis, Amaro, Cavazzo, Arta Terme, Ravascletto, Sappada, Sauris, Preone, Cercivento, Gemona, Grado e San Pietro al Natisone e i rappresentanti della Valcellina. Ma tutti i paesi disastrati, come Ovaro, Rigolato, Forni Avoltri, Forni di Sopra e di Sotto, erano in ogni caso rappresentati.

Il sindaco di Sappada Manuel Piller Hoffer, centro turistico dell’Alto Cadore tra i più colpiti che sta provando a tornare lentamente alla normalità, ha sottolineato che Mattarella «ha dimostrato attenzione e vicinanza ai territori della montagna». «Siamo molto soddisfatti che il presidente abbia trovato il tempo per ascoltarci - ha aggiunto -, è un segnale di conforto in questi giorni di difficoltà». 

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