Maltrattamenti all'asilo, intercettate le maestre: «Se cercano qualcosa siamo tutte radiate»
Il dialogo registrato tra le insegnati finite nell'inchiesta di Pasian di Prato. Nei video bambini sottoposti a processi e umiliazioni

Bambini all'asilo
UDINE. Bambini strattonati, minacciati. Sottoposti persino a quelli che il Gip definisce «processi in pubblico», imbastiti per trovare il responsabile di un’ingenua marachella. E poi quella frase, carpita da una delle videocamere installate in fase di indagine, a commentare un fatto di cronaca passato dai telegiornali: «Se hanno quella di cercare qualcosa siamo tutte radiate».
Le maestre dell’asilo di Pasian di Prato accusate di maltrattamento nei confronti dei bambini – due sono state sospese per otto mesi, altre due risultano indagate – hanno messo in atto secondo il giudice per le indagini preliminare Matteo Carlisi condotte «incongrue e prive di valenza educativa», con strattonamenti, interrogatori definiti «serrati», spintoni, messe alla berlina, che hanno contribuito a generare uno stato di tensione continuo nei piccoli alunni della struttura scolastica.
Violenze psicologiche
Nei filmati ripresi dalle telecamere posizionate nelle classi dalla Squadra Mobile – che indaga sull’intera vicenda, coordinata dal sostituto procuratore Annunziata Puglia – si vedono più volte le due maestre sospese dal servizio afferrare un bambino per il braccio e strattonarlo o spingerlo. Un’azione “correttiva” che – secondo il Gip – non scaturisce dalla necessità di sedare una lite tra i pargoli, ma semplicemente dalla volontà delle educatrici di spostare un bambino chiacchierone o accusato di ridere troppo.
Ci sarebbero poi «frequenti minacce di punizione», rivolte da due insegnanti a singoli alunni o all’intera classe. I bambini vivono i rimproveri esagerati con sofferenza, non reagendo, subendo passivamente e «in uno stato di triste rassegnazione», indica il Gip nell’ordinanza con la quale dispone la sospensione per otto mesi dall’insegnamento di due delle quattro educatrici indagate per maltrattamenti.
Il «processo» per il pomodoro
Alcuni genitori, sentiti in questi mesi dagli inquirenti, hanno fornito un quadro sfumato, spiegando di non avere elementi per poter parlare di maltrattamenti. Altri papà e mamme hanno invece confermato episodi di malessere manifestato dai loro figli proprio a causa del comportamento delle maestre. Che in alcune circostanze sottoponevano a svilenti «processi in pubblico» i piccoli. Come in un’occasione, con toni molto rigidi, due insegnanti torchiano i bambini per capire chi tra loro ha estirpato una pianta di pomodoro dal giardino dell’asilo. Un fatto tutto sommato di modesta gravità, «che viene invece trattato come gravissimo», scrive il giudice nell’ordinanza.
I piccoli alunni vengono interrogati «con la promessa che nulla sarebbe stato fatto a chi avesse confessato (quasi ci fosse bisogno di chiarirlo), mentre altrimenti tutti sarebbero stati puniti».
In un’altra registrazione si vede una maestra che mostra il disegno di una bambina alla classe, deridendo l’elaborato della piccina, che viene mandata a lavarsi la faccia «perché addormentata». Il disegno viene poi piegato e gettato.
«Noi più di urlare...»
Un colloquio tra due maestre colpisce l’attenzione degli investigatori. Le due educatrici, riprese dalle telecamere posizionate in classe dalla polizia, commentano un fatto di cronaca accaduto in provincia di Milano e relativo alle violenze psicologiche in ambito scolastico. «Ma noi più di urlare non facciamo nulla, però urlare è una violenza psicologica», riflette una. «Ma se hanno quella di cercare qualcosa siamo tutte radiate», risponde la collega. Le due, secondo il Gip che ha firmato l’ordinanza, «sono consapevoli del fatto che gridare in classe possa configurare reato». Per gli investigatori, che per 45 giorni hanno monitorato l’asilo teatro dei maltrattamenti con l’ausilio delle telecamere e di registratori audio, le maestre mettevano in atto comportamenti aggressivi, che venivano rivolti in modo sistematico ai piccoli con tono di voce alterato. L’attività investigativa della Squadra Mobile della polizia prosegue e mira a circoscrivere gli episodi di maltrattamento nell’asilo.
Le reazioni
Il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli, commentando la vicenda, ha chiesto di «approvare al più presto un provvedimento che prevede l’installazione di telecamere di sicurezza in tutti gli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, al fine di tutelare i bambini, ma anche il lavoro ed operato degli insegnanti». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la consigliera della Lega Nord, Barbara Zilli: «L’utilizzo delle telecamere è un metodo moderno di tutela per tutti, un deterrente affinché episodi, anche molto gravi, siano scongiurati. Ma quando in Aula si è trattato di votare la mozione della Lega Nord sull’argomento sono stata accusata di creare allarmismi e sfiducia nei cittadini».
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