Maltrattamenti all'asilo, le difese: mai usato violenza, accuse solo da pochi genitori

UDINE. I difensori delle educatrici colpite dalla misura interdittiva della sospensione dall’insegnamento (una maestra e una coordinatrice) si stanno già preparando a proporre appello e a chiederne la revoca. Il sostituto procuratore che coordina le indagini, Annunziata Puglia, aveva chiesto l’applicazione della stessa misura per un’altra insegnante, ma in questo caso il giudice per le indagini preliminari Matteo Carlisi non ha ritenuto che sussistessero i presupposti. In attesa di un pronunciamento del Riesame i legali ribadiscono l’estraneità delle proprie assistite alle accuse contestate.
«La mia cliente ha appreso di essere indagata nei giorni scorsi, quando è stata convocata per l’interrogatorio di garanzia dal gip – esordisce l’avvocato Stefano Comand – che difende una delle maestre. Non abbiamo potuto accedere agli atti e abbiamo dovuto difenderci solo sulla base di informazioni sommarie fornite dal giudice». Fino alla notifica del provvedimento, nella serata di mercoledì quando sul capo d’imputazione hanno letto le contestazioni che parlavano di maltrattamenti fisici e psicologici.
«La mia assistita ha escluso categoricamente di aver usato violenza nei confronti dei bambini – premette Comand – ma dobbiamo capire che cosa si intende per violenza: è violenza trattenere un bambino che sta litigando con un altro? Spostarlo da un luogo dove non deve stare a un altro? Usare misure contenitive per impedire che si faccia male?». Il legale eccepisce anche sul senso del maltrattamento psicologico: «Quando un genitore urla al figlio che si trova in una situazione pericolosa compie un maltrattamento psicologico?» si interroga.
Dubbi che dovranno essere affrontati non appena i difensori avranno in mano gli atti del fascicolo e potranno conoscere le accuse che vengono contestate.
«Faccio presente che la mia assistita ha insegnato per un solo anno in quella scuola e la misura interdittiva giunge ora che insegna in un altro istituto – argomenta Comand –. Che validità ha la sospensione a questo punto – postula l’avvocato –? Si ritiene forse che costituisca un rischio anche nella nuova scuola prima ancora che venga giudicata?». Non basta.
«La segnalazione è partita da tre famiglie, tre su oltre 24, tanti erano i bambini che frequentavano l’istituto – continua Comand – nulla è emerso dagli altri genitori, e a quanto mi risulta i pediatri non hanno rilevato anomalie sui bambini, inoltre la mia assistita non ha nemmeno mai avuto contatti con uno di questi tre bambini. Mi sembra poco per arrivare a una misura che rischia di compromettere un’intera vita di lavoro per un’insegnante».
Cauta la posizione dell’avvocato Giovanni Stellato che rappresenta due delle indagate: la coordinatrice alla quale è stata applicata la misura interdittiva e una maestra alla quale la misura, pur richiesta, non è stata applicata.
«Attendo di ottenere copia degli atti per poter predisporre un’opportuna difesa, vista la delicatezza della situazione – osserva Stellato – preferisco mantenere il massimo riserbo sulla vicenda per rispetto alle contrapposte posizioni processuali».
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