TARVISIO. Il rifugio Luigi Pellarini, situato sulla Carnizza di Camporosso, nel versante nord dello Jof Fuart, quest’estate resterà chiuso.
Non è una bella notizia per gli alpinisti e gli escursionisti che frequentano il massiccio delle Alpi Giulie che comprende anche il gruppo del Montasio, i quali nella struttura di servizio trovano, fin dal 1924, un importante punto d’appoggio per le loro uscite, sia che si tratti di scalate in parete, di traversate di una o più giornate, oppure di semplici escursioni alpine.
La conferma arriva dalla proprietà, la Società alpina delle Giulie del Cai di Trieste, e la comunicazione è già rimbalzata ai vari enti ed istituti, compresi i presidi locali del soccorso alpino e delle forze dell’ordine. Tutto è partito dalla rinuncia alla gestione della guida alpina Ennio Rizzotti.
La proprietà non è riuscita ancora a trovare un altro gestore, di conseguenza il rifugio al momento è chiuso e con ogni probabilità, sarà difficile rimediare in breve, anche se alla Società alpina delle Giulie non disperano. Arduo individuare qualcuno disponibile a gestire una struttura che, tradizionalmente, resta aperta da giugno a settembre, un periodo piuttosto breve, visto che, ormai, il primo mese se ne sta già andando.
C’era stata una manifestazione di interesse, ma la cosa non si è, purtroppo, concretizzata e quindi a Trieste si resta in attesa di ulteriori proposte. Indubbiamente, il caso del Pellarini nelle Alpi Giulie Occidentali, evidenzia le difficoltà che stanno incontrando in questi anni tanti rifugi.
Da quanto si è potuto appurare, infatti, non è la conseguenza di affitti esosi, visto che per il Pellarini viene richiesta una cifra sui 7 mila euro l’anno, ma esiste una serie di problematiche, non ultime la burocrazia e i collegamenti, che non favoriscono la frequentazione delle strutture.
Il rifugio Pellarini, una bella costruzione in legno e muratura, è dotato di 52 posti letto, di cui una dozzina in cuccetta e dispone di una sala pranzo di 40 posti e per di più altri 36 di ristoro esterni, è situato ai margini di una bella abetaia, ai piedi di un breve ghiaione, sotto le grandi pareti di roccia. Lo si raggiunge salendo dalla Val Saisera percorrendo il sentiero Cai 616, in circa un ora e mezza.