Manca personale, spese troppo alte: in pochi mesi chiusi 4 locali a Tolmezzo
Dopo la pizzeria Da Otello, la Bella Carnia e la gelateria Alba, a luglio abbasserà le serrande “In Genzia”

TOLMEZZO. Nel tolmezzino nell’ultimo anno due pizzerie hanno chiuso e un’altra seguirà a luglio. Le spese, il personale introvabile mettono a dura prova anche il più motivato dei gestori, che non di rado cede o per amore della famiglia o per cercare contesti più favorevoli alle opportunità per bilanciare le spese.
Una delle chiusure che più hanno suscitato dispiacere nella clientela è stata quella, il 31 dicembre, della pizzeria Da Otello, punto di riferimento a Betania (dove aveva grande valenza sociale per le sue tante iniziative) e a Tolmezzo. Oltretutto quella con più posti a sedere.
Nel 2018 l’avevano presa in gestione Abhinav Tondo, e la moglie, Milena Fejesova. Lei vi aveva già lavorato da dipendente e sei anni fa la coppia l’ha presa in mano. «In sei anni – analizza Abhi– abbiamo lavorato sempre, col lavoro in crescita». La gente apprezzava la passione contagiosa che i due mettevano nel lavoro.
La pizzeria ha ospitato pure molte iniziative solidali «per noi – assicura Abhi – un punto di orgoglio. Di esse, che hanno trovato sempre generosa risposta, sono stati il motore mio padre Giovanni e Francesco Martini, che ringrazio». Perché allora lasciare? «I tempi sono cambiati nella ristorazione – spiega Abhi – dove c’è particolare difficoltà a trovare personale, i costi sono aumentati ma in realtà la principale motivazione è che vogliamo dedicare più tempo alla famiglia, nostra figlia ha 8 anni.
Ci siamo buttati in questa esperienza consapevoli di quello a cui andavamo incontro ma ora abbiamo bisogno di tornare a vivere e con questo mestiere non ci sono più le condizioni per stare sereni. Ringraziamo per la loro fiducia la comunità di Betania, i nostri clienti, il personale».
Nel 2023 ha chiuso in città pure la pizzeria Bella Carnia. Il suo titolare, Sasha Armanelli, ha rilevato il ristorante pizzeria La Perla, più grande, noto e situato lungo una viabilità che attira più clienti e opportunità.
A Imponzo annuncia la chiusura, a luglio, della pizzeria “In Genzia”, la titolare Liz Zarabara. Prima gestiva il bar Pit Stop a Tolmezzo, ma con la pandemia sono iniziati i dolori. «Quell’anno – racconta lei – ho perso 26 mila euro. Mi alzavo alle 4 per lavorare fino alle 20 per pagare il mutuo. Io e mio marito abbiamo scelto di cambiare attività, ci siamo trasferiti a Imponzo: è il nostro paese, ci dispiaceva che il bar-pizzeria chiudesse, c’erano 400 euro di affitto in meno, risparmiavamo l’auto, sembrava tutto più semplice invece tutto si è complicato. C’è poca gente: il posto è un po’ nascosto.
L’anno scorso mi sono arrivati 2.500 euro di tasse sulla spazzatura da pagare, quando l’anno prima si pagava 1.200, mi dicono: l’attività è grande e quindi si paga così, non guardano a quanti rifiuti produci davvero.
Le bollette sono raddoppiate. I costi di corsi, riscaldamento, commercialista pesano. Dove sono gli aiuti di cui parlano? Servono agevolazioni ai bar di paese. Sono una grande lavoratrice, lavoro 15 ore al giorno e non basta e intanto non ho più una vita. Io e mio marito torneremo a lavorare come dipendenti. Lo racconto perché si sappia cosa si affronta in questo ambito».
In autunno ha chiuso pure la gelateria Alba.
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