Mancano i parroci: Chiesa costretta agli accorpamenti

La bozza di riforma: da 24 a 9 con 56 collaborazioni pastorali. Il vicario generale: i primi cambiamenti dalla Quaresima 2018. Ecco come saranno accorpate le parrocchie
Codroipo 17 ottobre 2011 funerale FOTO PFP/Turco
Codroipo 17 ottobre 2011 funerale FOTO PFP/Turco

Da 24 a 9 foranie, ma non è escluso che si scenda a 8. E un raggruppamento di parrocchie in 56, o forse 58, Collaborazioni pastorali. Su questa bozza di riforma le parrocchie si stanno confrontando da oltre un anno per definire l’architrave che reggerà l’Arcidiocesi di Udine, la più grande in Italia, dopo quella di Trento e Bolzano. Le 374 parrocchie friulane ora sono in mano a due centinaia di parroci. Pochi. E da un ventennio a questa parte non fanno che diminuire, come del resto la popolazione, nelle comunità parrocchiali. Una riorganizzazione, dunque, era necessaria. L’assetto generale è stato abbozzato, come emergerà nella lettera pastorale che monsignor Andrea Bruno Mazzocato ufficializzerà con i primi di settembre.

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Udine 29 luglio 2017 Chiesa di Sant'Osvaldo deserta. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone


Ci vorrà ancora qualche limatura, ma l’obiettivo è quello di avviare il percorso di ridimensionamento a partire dal prossimo inverno, verosimilmente con la Quaresima, mentre dall’estate 2018 dovrebbero prendere il largo le Collaborazioni pastorali, informa monsignor Guido Genero, vicario generale dell’Arcidiocesi. Ma avverte: «Non abbiamo alcuna scadenza irrinunciabile, si tratta di previsioni adottate con elasticità, tenendo conto dell’ampiezza del progetto: un ordine finora mai sperimentato».

L’arcivescovo, recentemente, ha parlato della lunga fase di confronto avviata in vista della riforma: «Durante i mesi scorsi – sono le sue parole – la bozza del progetto diocesano è stata esaminata in tanti incontri diocesani foraniali, parrocchiali. Da questa ampia consultazione è emersa la consolante constatazione che molti sacerdoti e laici hanno accolto con convinta disponibilità la proposta fatta e sono pronti a mettersi in cammino e a collaborare per la sua realizzazione. Sono state presentate tante osservazioni costruttive che, in questo tempo, stiamo raccogliendo e valorizzando, perché da ogni parte può giungere un’illuminazione dello Spirito Santo. Confidiamo di giungere, nei prossimi mesi, alla stesura definitiva del progetto diocesano e di avviarlo in tutta la diocesi già nel 2018».

La realtà dalla quale si è partiti è quella di molte parrocchie che, negli ultimi tempi, non hanno più persone e risorse per mettere in atto, in modo efficace, le azioni necessarie a favore dei propri cristiani. Tutto ciò a causa del ridimensionamento demografico di tante comunità, della diminuzione del numero dei sacerdoti e del fatto che la mobilità delle persone incide sulla loro appartenenza territoriale. Così sono state ideate e Collaborazioni pastorali, per mettere in rete le parrocchie di alcuni ambiti pastorali, coordinate dalle foranie.

La bozza sulla quale ci si sta confrontando prevede nove realtà: la forania della montagna (dalla Carnia al Tarvisiano), quella di Gemona–Buja per l’area collinare, cui se ne affiancherebbe un’altra, di Fagagna-San Daniele, la forania di Tarcento-Nimis, il Vicariato urbano di Udine (nel quale potrebbero confluire realtà come Campoformido, Tavagnacco e Pasian di Prato), la Forania di Codroipo, quella di Cividale-Rosazzo–San Pietro al Natisone, poi, passando alla Bassa friulana, quella di Palmanova-Mortegliano e di Latisana-Porpetto. È possibile che, in conseguenza alle affinità e alle collaborazioni che presentano alcune comunità, vi sia un ulteriore accorpamento.

Quanto alle Collaborazioni pastorali, monsignor Genero chiarisce che «alcune sono già in essere. Si tratta di raggruppamenti parrocchiali che, per vicinanza e affinità, si sono formate naturalmente. È il caso di Pavia, Percoto, Lauzacco, Risano e Lumignacco, che da un ventennio lavorano insieme, pur mantenendo la propria autonomia». Queste pioniere saranno le prime a essere ufficializzate e a partire con un percorso che, puntualizza il vicario generale, sarà graduale.

«Sono stati istituiti tre gruppi di lavoro per esaminare i vari aspetti della riforma – spiega Piera Burba, direttrice del Consiglio pastorale diocesano – il primo sta analizzando gli assetti delle singole zone dal punto di vista geografico, il secondo elabora le tappe di attuazione e il terzo tocca i nodi della liturgia e delle celebrazioni. L’assetto definitivo non esiste ancora, siamo partiti da una traccia che prevedeva 9 foranie e 56 Collaborazioni – conferma –, ma le modifiche arriveranno, anche sulla base delle osservazioni che sono giunte dalle parrocchie, così le foranie potrebbero scendere a 8, e le Collaborazioni aumentare a 58. Si vedrà strada facendo».

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