Manifestazione del centrodestra a Roma, duemila leghisti dal Fvg

Piccolo esodo per il corteo anti-Governo con sedici pullman partiti dalla regione all’alba

Una marea leghista, e più in generale di centrodestra per quanto la stragrande maggioranza dei presenti in piazza San Giovanni fosse marcata Carroccio, ha “invaso” Roma per la grande manifestazione nazionale contro il Governo guidato da Giuseppe Conte organizzata, da settimane, da Matteo Salvini.



E all’interno del popolo leghista, nella capitale, facevano bella mostra di loro quasi 2 mila friulani scesi a Roma per contestare la formazione stessa del nuovo esecutivo giallorosso. «Una presenza record, fuori da ogni previsione» commentavano in mattinata ai piani alti del Carroccio del Friuli Venezia Giulia. Stando ai numeri presentati dalla Lega nostrana, infatti, dalla regione sono partiti, all’alba per fare ritorno in nottata, 16 pullman provenienti da tutte e quattro le province del Friuli Venezia Giulia, con tanti leghisti che, però, si sono mossi pure in treno, spesso già a partire dal martedì, oppure anche in macchina.



Tutto, insomma, pur di non mancare all’appuntamento fortemente voluto dal segretario nazionale del Carroccio per cercare di dare una “spallata” all’esecutivo nazionale. Presente in prima fila, come d’abitudine, anche il presidente Massimiliano Fedriga chiamato sul palco, assieme agli altri governatori del centrodestra, prima dell’intervento dei tre big dei partiti: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e, ovviamente per il gran finale, Salvini. Al suo fianco si sono visti praticamente tutti i leghisti di peso della Regione – dagli assessori Barbara Zilli e Graziano Pizzimenti, fino al capogruppo Mauro Bordin e all’onorevole Vannia Gava soltanto per citarne qualcuno – e tanti semplici tesserati e appassionati.

Fedriga, in ogni caso, ha puntato, ancora una volta, su alcuni dei cavalli di battaglia classici del Carroccio degli ultimi anni: la necessità dell’elezione diretta del presidente del Consiglio, la teoria che l’Italia dovrebbe prendere esempio dagli inglesi e dall’atteggiamento tenuto dai Governi britannici sulla Brexit, il bisogno di ascoltare il popolo quando si esprime e di non muoversi soltanto attraverso intrighi di palazzo.

Il tutto prima di concludere con un richiamo alla situazione dell’immigrazione e in particolare, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, della rotta balcanica. «Bisogna tornare a controllare i confini e sospendere gli accordi di Schengen – ha ribadito il presidente della Regione – se continuano ad arrivare centinaia e migliaia di clandestini». Il governatore ha infine anche citato i due agenti uccisi recentemente in servizio a Trieste, Pierluigi Rotta e Matteo Demenga, sostenendo che «contro episodi come questi serve una repressione con fermezza».

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